Monday, November 16, 2015

Quand c'est trop c'est trop



Provo a ragionare su dei fatti.
Ogni anno s'aggiungono 80 milioni di neonati ai 7 miliardi e 200 milioni circa di nati 
e cresciuti.
Bisogna anche considerare i 100 ( cento ) miliardi di morti e sepolti che fanno parte
della nostra stirpe, ma sono tali e non dovrebbero suscitare problemi.
In realtà per alcune ragioni questi defunti sono presenti in modo abbastanza vivace nei vivi, 
e se questi pretendessero che tutti abbiano una lapide da qualche parte ho calcolato approssimativamente che occorrerebbe un terra grande come l'Italia per soddisfarli, i vivi.
Una piccola urna su di una mensola basterebbe anche, volendo.
Questi, i vivi, per restare tali necessitano di almeno un pasto al giorno, e a causa della peculiare loro, cioè nostra fisiologia, diversa da quella di altri esseri vertebrati, ma non ottenebrati da pensieri mistici e trascendenti, questa necessità è insurrogabile.
Si può digiunare con una certa regolarità, ma non con lunghe durate.
Sempre per ragioni di stirpe, e in questo caso bisogna dire proprio razziali nell’accezione biologica del termine, una volta che ci si è rifocillati e volendo, digerito con una siesta, 
procurarsi il necessario per il pasto successivo può essere bizzarramente complicato.
In questo la differenza tra gli esseri viventi è amplissima nei modi e nei tempi, 
ma non nella causa, l’appetito. 
S'è mai visto un Orango dirigere una catena di ristoranti?
Ma un energumeno, sì.
Ed è in questi modi per procurarsi il pranzo o la cena che risiede invece una differenza sostanziale tra noi e tutti gli altri e deriva proprio da quei pensieri ottenebranti ma anche illuminanti che una mente sazia o affamata come la nostra è in grado di generare.
Da migliaia di generazioni i nostri antenati non s'accontentano di campare il più a lungo possibile, e di sostituire gli antenati con i neonati, ma pretendono di fare del mondo 
una copia conforme ai loro labirinti mentali.
Oltre che di sè stessi, cosa sottilmente diversa da quella sostituzione prima citata.

Non c'è niente di intrinsecamente malvagio in tutto ciò. 

Ma sono i dettagli che fanno una grandissima differenza.
Adopero un concetto aritmetico alla portata di qualsiasi ragazzino della quinta elementare, per spiegarmi meglio.
Tutti quelli, invertebrati, quadrupedi, bipedi, ungulati o echinodermi che siano,
partono da una base e al massimo cercano di aumentarla con una moltiplicazione o con l'uso di un esponente.
Noi, per ragioni ancora non abbastanza evidenti, ma troppo numerose per essere ignorate, vorremmo fare della base elevata all'esponente un'altra base esponenziata
per proseguire il gioco fino all'esaurimento, o se giunge prima, alla noia.
Siamo fatti in questo modo. La Natura ci ha fatti sgusciare in questo modo siffattti.
Molti credono che qualcuno abbia organizzano le cose in tal modo in meno d'una settimana.
Ma i giorni in tempi arcaici potrebbero essere stati di una durata incomparabile con quella odierna.
E quelli che non ci credono o credono in qualcun altro che però avrebbe fatto 
praticamente la stessa cosa, ancora si danno botte da orbi per far prevalere delle opinioni che è impossibile trasformare in fatti definitivamente ed assolutamente accertati.
Se le cose stanno come le ho sommariamente descritte, allora siamo di fronte ad un secolo enigmistico dalla difficoltà di soluzione inaudita.
Tutte le strategie e le tattiche per risolvere i problemi adottate in passato, 
semplicemente non funzionano più come prima.
E più cerchiamo di applicarle più i problemi peggiorano.
Chiunque che sia minimamente sveglio può constatare che siamo in troppi a vole fare troppe cose, troppo complicate, troppo in fretta e per ragioni che non sono neanche
troppo stupide, ma abbastanza masochistiche.
E così ci stiamo rapidamente avvicinando al punto critico, tipico dei dirupi,
dove essendosi sporti troppo, si precipita e di rado ci salva.
Eppure, sebbene scostarsi ed arretrare quel tanto che basta per ammirare il panorama
senza correre il rischio di prepararsi il funerale, sembra un’azione difficilissima.
Non credo sia necessario esplicitare le metafore che ho adoperato.
Fumi troppo? Mangi troppo? Viaggi troppo? Pensi troppo o troppo poco?
Lavori apposta per mantenere quel troppo che oltretutto ripaga con troppo poche soddisfazioni?
Se uno si fa sovente queste domande e le risposte convergono verso l’affermazione positiva, allora la soluzione è facile da descrivere anche se difficile da applicare, 
almeno all’inizio.Come le arrampicate sulla roccia.
Poi, si comincia a vedere il falso piano e in discesa pure. 

Tanto per sorridere:


https://www.facebook.com/ForfaitMoto/posts/1124523320910845

Marco Sclarandis

Sunday, November 15, 2015

State calmi e disinvestite dai combustibili fossili!

Non ci costringete



Non ci costringete
a togliervi il saluto in strada o nell’androne
ad incrociare sguardo e mutarlo in cruciverba
a trattenere il fiato passando davanti ai vostri forni
e pensare di chiudere le fornici le vostre
non ci costringete noi l’abbiamo fatto e ancor rifatto
tante volte ma poi quasi del tutto smesso
che pranzi fastosi di vittorie sono divenuti presto
cene a lume di moccoli in umidi rifugi
la vostra esplosiva ira è polvere pirica igroscopica
potente folgorante negli aridi deserti
inefficace nei piani e nelle valli
dove la gente lacrima e lava la sporcizia
che portiate barbe ispide o turbanti 
tatuaggi che sembrano alla mente grate
preferiate adunate in piazze con pavè di pietre
o prostrarvi in massa ad un cubico nero altare
invece che camminate atte a sbollire ire
desistete sia pure all’ultimo minuto
dal fare di gente salme e giacimenti di vendetta
nessuno è grande perché implora un Padre
chiunque è immenso se insegna al figlio a rialzarsi.

Marco Sclarandis

Saturday, November 14, 2015

Non ci sarebbe niente da dire


Alla fine anche terrorizzare stanca.Anche peggio che lavorare.
Sopratutto se chi dovrebbe terrorizzarsi si riprende subito dal terrore e con una alzata di spalle lo tramuta in paura e con un altra, ma di sopracciglio, tramuta questa in preoccupazione e quindi azione difensiva.
Ci sono molte ragioni per decidere e poi terrorizzare qualcuno.
A partire dal divertimento per poi proseguire con altre che hanno tutte una ricetta 

che prevede vizi, virtù, follia, malattia, ignoranza e stupidità, mescolati e cucinati con arte.
Chi si ricorda che Il Terrore è proprio un periodo storico successivo alla rivoluzione 

divenuta quella per antonomasia, quella Francese, lo sa.
C'è un modo per estirpare il terrorismo dalla società umana?
 

Non credo proprio.
 

Semmai si può ridurlo al minimo inevitabile, ma togliere alla Società dello Spettacolo 
questo introito così saporito, succulento e dal rendimento così elevato è un'impresa attraente come organizzare il proprio funerale quando si scoppia di fortuna e di salute.
Di fronte ad un atto terroristico sarebbe meglio ricordarsi che tutti abbiamo in tasca 

qualche sasso che all'occorrenza ci piacerebbe tirare addosso a chi ha infranto la legge 
ma non è stato abbastanza astuto da non farsi scoprire.

E ricordarsi di questo mi fa venire alla mente la cosa più terrorizzante che un essere umano può provare, ed è l'ostracismo.
Un terrore asettico, muto, incruento, ma assolutamente letale.
Forse l'unico tipo di terrore in grado di sovrastare qualsiasi sentimento di rivalsa, di vendetta, di sommaria giustizia che, come sappiamo, allaga la mente umana di fronte al crimine, 

anche quello più efferato.
 

Non credo a proposito di avere altro da dire.

Marco Sclarandis

Wednesday, November 4, 2015

Se credete che sia

Foto: blickwinkel/Alamy

Se credete che sia ricotta stagionata, siete fuori dal mondo.
E' ghiaccio antartico di questo mondo che si sta inabissando.

Ma, in fondo, nel 2100 d.C quanti di noi ci saranno?
Più uno su cento che uno su dieci, no?
E allora perchè questa ostinazione a preoccuparsi, chi ci sarà rientrerà più a riva e avanti come si è sempre andati.

Poi, chi è che ha davvero intenzione di rinunciare agli attuali bagordi, già incerti essi stessi, per assicurare dei minimi agi ancora più aleatori, a dei discendenti che nemmeno potremmo vedere in faccia?.

E infine, siccome sappiamo benissimo e da qualche generazione ormai, che l'ordine che abbiamo cercato d'imporre 
sulla e alla Vita terrestre prevede un certo disordine da subire, innanzitutto da parte nostra, allora è evidente che preferiamo 
certe conseguenze, anzi conseguenze ormai certe, che rimediare agli errori che ce le hanno portate.

Potremmo sì, per pura curiosità provare a cambiare alcune abitudini, che sembrerebbe  possano salvare 
come si suol dire, alcune capre, qualche cavolo e una minima entità di lupi oltre al contadino,
ma si sa, è più facile che una serpe faccia di scaglie piume, che un recidivo Adamo si redima.

P.S.Questo post non è per tutti.
Ma solo per chi ha il dubbio se davvero bisogna decidere se cambiare modo di vivere, o meno.

Un suggerimento: visitare   http://www.ugobardi.blogspot.it/  e leggere il post di oggi 
mercoledì 4 novebre 2015

Marco Sclarandis 

Thursday, October 29, 2015

Nemmeno io



Mettiti al mio posto
e poi cerca di convincere
chi me stava cercando
e diffida d’ogni indizio
facendone d’accumulo
che io sia da qualche parte
tumuli di prove inutili
accomodati sul trono
stai guardingo ed acquattato
mettiti come meglio credi
ti do un intero giorno
quindi ancora mezzo e poi
un pezzo dimezzato sempre
ma d’ogni frammento il tempo
ti parrà durare come intero
il terzo giorno mi dirai per certo
che cosa il tuo cliente
crede d’aver trovato
nemmeno io ricordo
d’essere una volta nato
e preferisco incantarmi al fascino
d’una questione indecidibile
io se mi mettessi al tuo
a tanta incertezza sottoposto
a più angherìe che gentilezze
presto mi darei al crimine
e tardissimo me ne pentirei
ora che fino a domani regni
non perdere quest’occasione
nemmeno io sono così convinto
che tu solo per un secolo
esisti e sia
per poi annichilirti.

Marco Sclarandis

Wednesday, October 14, 2015

Mucchi di mucche

Come nella Divina Commedia l'Inferno è più interessante che il Purgatorio e il Paradiso,
nella Commedia Terrena sono più interessanti le sciagure, le catastrofi, i cataclismi, i disastri,
i crimini, gli errori e i vari peccati, che il quieto, virtuoso, e pacifico vivere.
 

Forse questo spiega l'inerzia con la quale indugiamo nell'evitare e rimediare ai primi
e la noia e l'insofferenza che ci assale facilmente nel vivere seguendo il secondo.
Purchè, naturalmente, si tratti di letteratura, di cronaca, di vita altrui e di certezza del lieto fine proprio.
 

E' qualcosa di sconcertante tutto ciò, ma é un fatto che alla fine sbaraglia orde d'opinioni.
 

Ma l'Universo stesso si fonda su fatti ancora più assurdi, se ciò può essere di consolazione.
 

Ci sono infiniti mucchi di cose che non possiamo suddividere in mucchi più piccoli tutti uguali,
a meno che non siano fatti d'una sola cosa, e allora non sono più un mucchio di qualcosa,
e altrettanti mucchi di cose che possiamo suddividere come ci pare.
 

Ma è meglio non ammucchiare tutto quanto insieme e pretendere di ricontare bene le cose,
se non si vuole finire col perdere la divina certezza che uno più uno debba fare necessariamente due.
 

Chiedersi perchè le cose stiano in questo modo, non è malvagio, ma molto pericoloso.
E infatti è proprio per questo che lo facciamo fin dalla notte dei tempi,
da quando abbiamo cominciato ad estasiarci nell'ammucchiare le cose.

Marco Sclarandis

Sunday, October 11, 2015

Il ratto di passaggio



Qualcuno dev’esserci che ha in odio
quest’ordine vigente sulla Terra
non da ieri l’altroieri ma da eoni
onde per cui chi mangia vien mangiato
ma almeno in felino sguardo si trasforma
o in ricamo variopinto alato
oppure in umile spazzino bruco
é una legge durissima ma legge
crudele spietata ma imparziale vedo vigere
o invece può essere che un altro covi
un superiore intento per rimettere
in altro mondo tutta questa grama vita
ma quando vedo il paguro rintanarsi
in un tappo di plastica gettato
con incuranza da un salariato sulla spiaggia
da bimbo lasciato inerme a diventare adulto
e quello ch’era prima un albatro ridotto
a sparpagliate ossa e indigeribile accozzaglia
temo sovrano regni un imbecille caos
nemmeno una malvagia ma ragionata azione
ma proprio un disordine maritato ad idiozia
ed al pensiero che padri e madri degli sposi
siamo davvero noi che istoriamo lapidi
tremo come anima in attesa di giudizio
e che ad emetterlo sia il primo
casuale ratto di passaggio.

Marco Sclarandis

Thursday, October 8, 2015

La borsa e la ghirba

E'inevitabile che utilizzeremo solo più energie rinnovabili e ricicleremo anche le spille da balia oltre che le cerniere lampo.
Come ci arriveremo, in quanti e quando, il tutto è intriso di mistero della fede nella irreversibile transizione.
A che prezzo invece, dipende da chi intende pagare il prezzo e da chi invece non vuole nemmeno rimborsarne il costo.
Il rimedio-evo è evitabile, basta darsi alla cupio dissolvi terminale.
Tutte e due le scelte sono attraenti, per certi versi, ma incompatibili fra loro.

Il dodo è morto, il dado è tratto e i dada non se la passano troppo bene.

Lasciamo stare i dudu che abbaino in pace.

Ma incredibile dictu, abbiamo la possibilità quasi più unica che rara di salvare 

sia la ghirba che la borsa.

In cambio ci viene chiesto di disotterrare il talento, invece che altre montagne di prodotti minerari liquidi solidi e gassosi.
E di utilizzarlo, alla bisogna, come avrebbe detto Mastro Geppetto a Pinocchio. 
  

Marco Sclarandis

Wednesday, October 7, 2015

Sognar rinnovo


Uno sciame di vespe che si mette
a ritagliare festoni ed origami
uno d'api che ronza in gregoriano
e di calabroni uno che droneggia 

a consegnar pizzini a torme 
di mafiosi intenti alla bonifica
di lande zuppe d'idrocarburi policiclici
arenili di policlorobifenili intrisi
una marea di torpidi rianimati e pronti
a piantar mangrovie e a contenere ailanti
rovi sorci ed impresari troppo aitanti
un'altro di genti senza vergogna d'indigenza
ma fieri di viaggiare in diligenza
se invitati da mecenati a cena
nel dormiveglia vedo tutto questo
nel sonno profondo sogno
al suono della sveglia desto
agire perchè presto questo avvenga
in questo mondo vecchio che ha bisogno
come maionese d'olio di limone d'uovo
di rinnovo.


Marco Sclarandis

Tuesday, October 6, 2015

Dovessi annegare non smetterei di negare.

Ringrazio un Angelo anonimo per l'ispirazione di questo post.

E' ovvio che i negazionisti del neo-clima non si rassegnino alle dilaganti evidenze.

Sono come i credenti nella della Planogea e della Geocava ( la Terra piatta e quella vuota)
del moto perpetuo, ottenuto con qualche marchingegno nel retro della sacrestia,
e tanto per abbreviare la lista, come i quadratori di cerchi con righe e compassi, quelli ideali,
ovvio, non le rozze imitazioni fatte di materia bruta e banalmente quantistica.

Bisogna averne compassione perchè non sanno come evitarsi l'inganno.

Qualcuno, in articulo mortis, quindi troppo tardi per godere carnalmente dei frutti del pentimento,
si ravvede.
 

Ma altri solitamente spariscono nell'oblio, magari per circondarsi di un manipolo 
di credenti irriducibili, con i quali mantenersi puri nella fede fino all'inabissamento definitivo.

Non c'è ragione che tenga con simili figuri.

Anzi, per essi qualsiasi ragionamento che possa insinuare nella loro mente 

il demoniaco tarlo del dubbio, è anatema.

Quindi, bisogna mantenere i propri dubbi, contemporaneamente con le proprie certezze, lasciando intendere che si combatte fino allo spasimo affinchè quelli non sopraffacciano le altre.
Solo in questo modo v'è una tenue speranza che qualcuno di loro ceda l'anima 

alle lusinghe dell'appropriato ragionamento e non senza lunga pena e tormento 
si converta all'accettazione dei fatti.

Marco Sclarandis

Sunday, October 4, 2015

Rumenta, per chi non s'accontenta




 
La parola rumenta è usata in alcune zone del nord italia per indicare la spazzatura, ma anche ammassi indistinti di oggetti usati, rotti o logori, di nessuna utilità o valore. La parola rumenta è principalmente diffusa in Liguria e Piemonte, parzialmente in Lombardia, Toscana e a Chioggia. Talvolta è usata in gergo nautico, con significato analogo (in tale contesto l'apposito contenitore si chiama rumentiera). L'uso sporadico di questa parola da parte del Gabibbo in televisione ne ha aumentato la celebrità.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Un suggerimento. 

Visita il sito:

http://www.placidasignora.com/tag/significato-della-parola-rumenta/

Ora sei pronto per capire il titolo di questo post, se mai ti fosse parso criptico od oscuro.

Noi, nessuno escluso, a differenza di tutti gli altri abitanti la Terra siamo incontentabili, 
ma in un modo che è assoluto, totale, definitivo, peculiarmente peculiare.

E' la nostra gloria e dannazione contemporaneamente. 

Ormai è quasi impossibile dubitare di questo fatto, ma nonostante ciò, invece di trarre 
la massima gloria con il minimo della dannazione, dalla nostra immodificabile natura umana, pare che stiamo facendo proprio l'inverso.

I danni generati dal cambiamento del clima, dovuto al nostro agire sopratutto negli ultimi ventenni, stanno dimostrandocelo.
E con crescente evidenza.

Un vetusto proverbio recita:

Chi s'accontenta, gode.

Ma, forse, chi non s'accontenta, esulta.

Forse ancora la visione di migliaia di tonnellate di rumenta che appena il giorno prima era scintillante merce pagata a caro prezzo e dopo una frana, una esondazione, un nubifragio,
sono diventate ingombrante spazzatura, provoca l'esultanza e l'esaltazione di moltitudini che appunto, non si rassegnano al godimento dovuto all'accontentarsi.

E quindi.......Rumenta!.... per chi........

Marco Sclarandis.





Thursday, September 17, 2015

Ispirami ancora Pietro

Le ostriche si fan più rare
mangeremo allora istrici
pazienza per gli animalisti
se diverran più isterici
ma chi poteva immaginare
che ardere quei combustibili
avrebbe riscaldato il mare
semmai rea è l'isteresi
che non ti avverte mai
in tempo per quel che fai
e quindi per riordinare
le cose al loro posto
come un oca in gioco
imbecille ti fa girare
e poi siamo noi istrioni
in questo gran circo equestre
mica storioni allocchi
che stolidi si fan rubar le uova
o dovremmo rinunciare forse
ad essere ciò che siamo
viviamo già da esuli
rifugiati su questa tonda crosta
e tutto per un morso pare
a un frutto neanche così speciale
è vero non sopportiamo limiti
vivere in gusci pari a mitili
ci angoscia  innervosisce e annoia
ridateci una radura estesa
almeno quanto una galassia
a scavare le voragini
per inondarvi oceani
e lo sterrato farne
monti ed altipiani
ci penseremo noi
solo riguardo al Sole
siamo perplessi ancora
se meglio non si potesse fare
potrebbe la Luna invece
così anche rimanere
pur con la stessa faccia
tanto l'altra l'abbiamo vista
farla voltare apposta
sarebbe proprio inutile.


Marco Sclarandis

Tuesday, September 15, 2015

Rovente, per chi non s'accontenta.

Ripetere giova, non ci sarebbe bisogno di ripeterlo perchè lo sappiamo tutti, fin dalla più tenera età.
Però stanca e alla fine annoia, e quando annoia vuol dire che non giova più a nessuno.
E, ripetere che siamo riusciti a cambiare il clima della Terra, ormai è inutile.

Infatti in parecchi cominciano a dire che bisognerà adattarsi, e sempre di più al clima ormai cambiato.
Ma anche questo dire, e il riperterlo ha le volte contate.
Perchè dire e ripetere che bisogna agire è un'azione che dev'essere di breve durata, altrimenti il rapporto tra l'efficacia delle parole e quello dei fatti diventa rapidamente una proporzione inversa fra queste e quelli.

Da quanti anni è che alcune sagge persone ripetono che le azioni umane sulla Terra avrebbero raggiunto dei limiti insormontabili e ineludibili?
Ormai si tratta di quasi mezzo secolo, a voler essere prudenti.
Ma molto di più  se consideriamo gli avvisi emessi con l'inizio della prima Rivoluzione Industriale.

Adesso, gli effetti di un clima che si farà sempre più rovente stanno cominciando ad essere
abbastanza evidenti anche a quelli che sono obnubilati dalla fede che stiamo vivendo nel più desiderabile
dei progressi possibili.

Più desiderabile, per il momento.Ci aspetta un progresso ulteriore.
Potremo riunire la Siberia e l'Alaska con un ponte o un tunnel, riesumare i voli supersonici per fare un lavoro da pendolare tra Dubai e Reykjavik, riempire le orbite geostazionarie di bed and dinner per festeggiare
i punteggi raggiunti sul social network.
Dopo, però l'aver fatto pulizia dei rottami lanciati in sessant'anni di attività spaziali.

Oltretutto, ora cominciamo a trovare dei pianeti che potrebbero ospitarci, nel momento che questo dove siamo ormai da migliaia di secoli, ci venga a noia.
Solo che ancora non siamo riusciti a fabbricare un blechendecher per forare lo spaziotempo,
cosa indispensabile per ridurre la durata del viaggio verso quei lidi ad entità ragionevoli.

Temo che per chi non s'accontenta, s'appresta un mondo colmo di rumenta.

Marco Sclarandis



Monday, September 14, 2015

Evincere! ed Evinceremo!

Un famoso settimanale di enigmistica  contiene una pagina intitolata:

" Forse non tutti sanno che ...."

Dove vengono raccolte notizie strane, incredibili, curiose, oltre che quelle semplicemente poco note.

Una di queste notizie, che non so se lì vi sia mai stata pubblicata, è che in soli trecento anni siamo riusciti
ad aumentare quasi della metà la quantità di biossido di carbonio dell'atmosfera.*
Questa notizia, non dovrebbe essere né strana, né incredibile, né curiosa, oltre che semplicemente poco nota.
Per il semplice fatto, che in questi ultimi tre secoli abbiamo bruciato miliardi di tonnellate di legna
che il tempo aveva accumulato sottoterra centinaia di milioni d'anni fa.
Che si bruci un filo di paglia o un fiammifero o una catasta di tronchi d'alberi secolari, è inevitabile
esalare dell'anidride carbonica, così veniva chiamata fino a tempi recenti il biossido di carbonio.
Un conto è però usare un fiammifero per accendere una candela.
Un altro è ardere delle foreste intere per intiepidirsi il fondoschiena.

Ed un'altra notizia che non dovrebbe essere nè strana, etc.etc... è che come moltissimi gas,
oltre che il biossido di carbonio, il metano ed il vapore acqueo, non sono così trasparenti come sembrerebbe.

Per il semplice fatto che "La natura è sottile, ma non maliziosa"**, e di fatto non ci ha dotato della visione
dei raggi infrarossi, visione che se avessimo, ci permetterebbe di accorgerci dell'opacità dei gas, illuminati
dalla luce non visibile.
Nonostante ciò, la diabolica astuzia umana, forse appena inferiore alla demoniaca stupidità, ha inventato un
ordigno che come nome ha la sigla CO2 LASER, che  produce con ingannevole invisibilità una luce
che fonde i metalli più duri.

Ma siccome l'anidride carbonica, altrimenti detta biossido di carbonio, la cui denominazione chimica è CO2***,
appunto non è del tutto trasparente alle radiazioni infrarosse, ma lo è molto di più a quelle visibili,
dall'occhio umano ovviamente, provoca un "effetto nassa".
Effetto che poi si trasforma in "effetto serra".
Per chi non è pescatore ma solo consumatore di crostacei, ricordo che la nassa è un cesto costruito
in modo tale che i crostacei, in particolare, entrino facilmente, ma molto più difficilmente ne escano.
Ma al posto dei crostacei bisogna immaginare i raggi solari, per la parte a noi visibile, che incredibilmente,
entrano come pesci e non possono riuscire perchè mutatisi in crostacei.

La nassa è però in questo caso un invisibile cesto intrecciato con atomi di carbonio ed ossigeno.
Ma mano che la pesca procede le nasse si riempiono di granchi, aragoste, astici e fauna varia, e fin qui
la metafora ci fa pensare ad un lieto fine, ma questa nassa di biossido, sta preparando per noi un esito
che é simile alla fine della prelibata tanto quanto sventurata aragosta.

L' "effetto serra", appunto.
Effetto di naturale ed antichissima origine, peraltro.
Effetto che trasforma luce visibile in invisibile e questa infine in calore asfissiante.
Effetto che, sia chiaro, diventa nefasto se supera un certo limite, ma appunto, da tre secoli sopratutto,
abbiamo fatto in modo che superasse il limite, è lo abbiamo fatto con ingegnosa dabennaggine.
Da tutto ciò si evince che bisognerebbe togliere di mezzo un bel po' di queste nasse dall'aereo mare.

Purtroppo, per ragioni che non posso elencare qui per non diventare troppo prolisso, ripescare
queste ceste dai cieli, non è né facile né rapido come sarebbe auspicabile che fosse.
 
Evinceremo ancora meglio, che più esaliamo CO2 e meno opportunità avremo per campare sulla Terra,
O non evinceremo, e quando saremo costretti a dedurre che  stiamo davvero perdendo l'ospitalità terrestre,
ci butteremo in un'avvincente corsa al rimedio?

* Da 280  a 400 parti per milione, in volume.

** " Sottile è il Signore, ma non malizioso " : con queste parole Albert Einstein esprimeva la convinzione  che
la  Natura  " nasconde i suoi segreti non perché ci inganni, ma perché è essenzialmente sublime"

*** Tanto per pedanteria, C sta per Carbonio, O per Ossigeno e 2 indica che per ogni atomo di Carbonio
ce ne sono due di ossigeno attaccati insieme.

P.S. Per avermi ispirato il titolo di questo post, devo un ringraziamento alla memoria a quel tizio che pronunciò decenni e decenni fa uno sventuratissimo discorso da un balcone di una famosa piazza romana.
Da parecchi indizi ci sarebbe stato da dedurre che quel tizio autoproclamatosi duce avrebbe condotto
un popolo intero alla rovina.

Ma furono in pochi a dedurlo.


Marco Sclarandis.


























Friday, September 11, 2015

Credere obbedire controbattere


Anonimo10 settembre 2015 18:51

Non esiste alcun riscaldamento causato dalla CO2 (qualunque ne sia l'origine),
la temperatura non è influenzata dai livelli di biossido di carbonio, e la ricerca citata in questo articolo è spazzatura!

Che ancora insiste:

Anonimo 10 settembre 2015 19:11

"La ricerca ha mostrato chiaramente che è il biossido di carbonio la principale manopola di controllo delle temperature" .

Questa cosidetta ricerca è spazzatura, ed è pure ridicola, l’anidride carbonica nell’aria non è un fattore capace di influenzare il clima,
l'aumento delle emissioni di CO2 SEGUE PIUTTOSTO CHE PRECEDERE il riscaldamento globale (fra gli 800 e i 1000 anni di ritardo)....

E forse, L'Anonimo 10 settembre 2015 19:11
insistendo, incoraggia poi questo tizio alla cattedra, che però almeno si firma:

Leonardo Vannini 11 settembre 2015 01:53
( salvo poi chiudere con l'enigmatica sigla U.U )

"Scusate se ogni tanto vengo a rompere le scatole su questo bel blog...ma questo grafico non vale una cippa! E vi spiego subito il perche':
L'aumento dell'irraggiamento solare riscalda i mari-->l'acqua evapora e crea nuvole-->le nuvole fanno diminuire l'irraggiamento solare
che raggiunge la terra-->le nuvole diminuiscono e il ciclo si ripete mantenendo l'equilibrio!

E l'ho studiato alle elementari non sono laureato XD

Comunque dovete sempre considerare che il sistema Terra e' un sistema quasi chiuso, ovvero bruciando i combustibili fossili
non facciamo altro che liberare l'energia che e' stata accumulata secoli fa da alberi (carbone) e microorganismi (petrolio)
quindi alla fine nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma.
Diverso sarebbe se importassimo combustibili da un'altro pianeta, allora si che sarebbero azzi a mazzi
e l'equilibrio andrebbe a quel paese...ma visto che cosi' non e' (almeno per ora) mi sembra proprio che sta cosa del CO2
sia una trovata per spingerci ad utilizzare l'energia nucleare che e' cosi' bella e cosi' buona perche' non inquina...
ma poi ti nasce un figlio con due teste e senza uccello e non mi pare proprio la soluzione migliore!

Scusate lo sfogo! U.U"

(fine dei commenti)

Ora, tanto per suscitare un minimo d'interesse verso questo mio post, non vi dico hic et nunc sic et simpliciter, da dove ho tratto questi commenti, che non ci vuole molto a scoprirne l'origine, comunque.

Adesso, mi chiedo per quale misteriosa ragione orde immense di studiosi, scienziati, ricercatori, filosofi  d'ogni epoca e luogo,si siano alambiccati il cervello, anche per l'intera loro esistenza per capire come funzionino le cose del mondo, quando potrebbero bastare semplici affermazioni come quelle del tizio anonimo di cui sopra per vanificare il loro lavoro.

Almeno il signor Leonardo Vannini l'11 settembre 2015 alle ore 01:53
cerca di fare un ragionamento, cioè dare una spiegazione a dei fatti, cosa che almeno per ora è ancora il fondamento della scienza, almeno quella moderna, cioè quella che in questo momento mi permette di divulgare questo mio pensiero ad una platea di miliardi di persone.

(Se poi chi leggerà questo post saranno in quattro o in quarantaquattro, forse solo la sociologia quantistica potrebbe stabilirlo, sfornando una bella equazione dove il quadrato o il cubo di una funzione, fornisce le probabilità che la lettura di questo testo sia fatta da un manipolo di sfaccendati
o da una folla sterminata in delirio).

Non so quanti l'abbiano intuìto, ma fin'ora tutto quello che ho scritto è solo una premessa per introdurre il vero argomento del post.
Però a volte riesco ad immedesimarmi pirandellianamente nel lettore o nella folla appena menzionata, e quindi, farò della concisione il timone e faro del resto che ancora ho da dire.
Basta rievocare e parafrasare un famoso sillogismo:
Tutti gli uomini sono mortali, io sono un uomo, quindi.....(io sono mortale).
Bisogna stare attenti, però, che non vale l'inverso, e cioè che tutti i mortali sono uomini, e basta chiederne la ragione al primo che passa per strada per essere quasi certi che rimarrà attonito, almeno per il tempo necessario a ripetergli la domanda.

Il biossido di carbonio, (per due secoli chiamata "anidride carbonica"), è un efficace e duraturo gas serra, (ovvero alterante il clima),
Abbiamo da secoli aumentato questo gas nell'atmosfera, quindi......
(Il clima è cambiato).
Anche in questo caso bisogna stare attenti a vedere se vale o meno l'inverso.
E cioè:
Siccome il clima è cambiato, allora il biossido di carbonio è un efficace e duraturo gas serra
e abbiamo da secoli aumentato questo gas nell'atmosfera.
Ma anche:
Siccome il clima è cambiato e abbiamo da secoli aumentato il biossido di carbonio nell'atmosfera,
allora il biossido di carbonio è un efficace e duraturo gas serra.
Purtroppo per noi, l'inversione del sillogismo,in qualunque maniera,  non cambia la verità del fatto:

Il clima è cambiato.
(Non si tratta di un dogma, ma il risultato di una copiosa serie d'indagini fatte seguendo un metodo scientifico)

A questo punto non resta che credere a ciò che si preferisce credere, quindi obbedire alle conseguenze
di ciò in cui si è deciso di credere e controbattere gli argomenti di quelli che credono altrimenti.

C'è comunque un piccolo fatto che qualsiasi credente deve tenere in altissima considerazione.

Il biossido di carbonio, per sua intrinseca, comprovata (scientificamente) ed immodificabile natura
è veramente un gas in grado di produrre, a certe condizioni, un effetto serra.
Poi, se uno vuole inventarsi l'alchisua, per divertirsi a discutere di chimica con l'alchimia
e organizzare convegni sull'alchivostra e l'alchinostra, è libero di farlo.
L'importante è accorgersi in tempo di stare per superare il limite del ridicolo.
Per concludere, se siamo riusciti a modificare il clima terrestre, e ormai le certezze che così siamo riusciti a fare arrivano puntuali come il sorgere del Sole, seppure dietro le nuvole, allora ci dovremo sempre più adattare alle conseguenze di questo fatto.

Non resta perciò che credere, obbedire, e controbattere.
Sia agli anonimi, ma ancora di più ai noti.

Risucchiare, riprendere, riacchiappare, le miriadi miliardi di miliardi di miliardi di atomi di carbonio incautamente esalati negli utimi due secoli, non è una impresa facile.
E questo è con elevatissima probabilità il motivo per cui moltissimi sono ostinatamente riluttanti a farlo.
Nonostante ormai serpeggi anche fra loro la sensazione che sarebbe una delle più urgenti e migliori cose da farsi.

Chi ha esalato ha esalato, chi è spirato è spirato, il biossido di carbonio ormai è scappato.

Marco Sclarandis.








Friday, July 24, 2015

"La pausa è viva e lotta insieme a noi": la dura vita dei Saddam Hussein del clima


La tanto strombazzata "pausa" nel riscaldamento globale inventata da David Rose nel 2012. Non era vero nulla; era una storiella per imbrogliare i gonzi. E ha anche funzionato, per un po'. Ora, con le temperature in continuo aumento e le ondate di calore inarrestabili che ci stanno arrivando addosso, quelli che hanno inventato questa fesseria si trovano in evidente difficoltà. Un po' come Saddam Hussein dopo la sconfitta in Kuwait. 


Vi ricordate di come in Iraq, al tempo di Saddam Hussein, si celebrava la "vittoria in Kuwait"? Proprio così; dopo che l'esercito iracheno era stato buttato fuori dal Kuwait con perdite spaventose nel 1991, in Iraq questo veniva considerato una vittoria. Possiamo immaginare che all'epoca sui giornali iracheni si leggesse qualcosa tipo: "le nostre truppe si ritirano più lentamente di quanto il nemico vorrebbe."

La faccenda della ritirata in Kuwait mi è ritornata in mente di fronte a un'altra sconfitta storica (per fortuna non sanguinosa): quella dei negazionisti climatici rispetto alla famosa "pausa" nel riscaldamento globale. David Rose si era inventato la storia della "pausa" nel 2012 dicendo che "Il riscaldamento globale si è fermato 16 anni fa," con il contorno del solito complottismo, ovvero che era stata tenuta nascosta al pubblico dalla cricca dei climatologi cattivi.

Bene, non era vero nulla; la "pausa" non c'era. C'erano soltanto normali fluttuazioni sovrapposte alla crescita delle temperature. Lo si sapeva già nel 2012, lo si sa ancora meglio oggi, nel 2015, che si appresta a diventare l'anno più caldo mai misurato nella storia.

Ora, il fatto che l'idea della pausa fosse un imbroglio sta venendo fuori ed è una sconfitta storica dei complottisti anti-scienza, che ora si ritrovano come Saddam Hussein dopo la storica sconfitta in Kuwait nel 1991. E adesso, cosa si possono inventare?

Beh, come Saddam Hussein, ai suoi tempi, si inventava disperatamente che la sconfitta non era una sconfitta, questi qua si stanno inventando che la pausa che non c'era, in realtà, c'era, un pochino.... insomma, forse non c'è, forse non si vede bene, ma forse........

Emblematico in questo senso l'ultimo post apparso su "ClimateMonitor" dove il povero Guido Guidi parte con un titolo degno di Saddam Hussein, "La pausa è viva e lotta insieme a noi" (!!) per poi partorire il classico topolino, dicendo

"Dai rapporti tra la pendenza del primo tratto e quella del secondo (1.89 per GL; 1.64 per NH; 2.2 per SH) vediamo che la parte finale dei dataset sale ad un tasso di circa la metà rispetto al periodo precedente, 

Ah..... era questa la "pausa" allora? E quella che tu stesso dici che è una crescita me la continui a chiamare "pausa"?? E hai anche il coraggio di scrivere nel titolo che "E' viva e lotta inseme a noi?" Insomma, veramente sarebbe da commentare in un certo modo un tantino "forte", ma lasciamo perdere. Diciamo soltanto che, come Saddam Hussein dopo il Kuwait, questi non sembrano aver imparato nulla dalla loro sconfitta.









Thursday, July 23, 2015

Il caldo fa decisamente male al cervello: "un impressione istintiva che un microonde blando colpisca constantemente parti di territorio"



 Re: Global Warming e Nuovo Ordine Mondiale
Riscaldamento globale è statico in quanto le scie chimiche sono in dubbio se farlo divenire LA PROTEZIONE ...di fatto, grazie alla stanchezza, ci propinano di tutto e vedono che non reagiamo, lo stesso vale per certa controinformazione...certi siti dicono che il mondo si raffredda...

...di fatto...ho un impressione istintiva...Credo che un microonde "blando" colpisca constantemente parti di territorio... e ciò oltre a disidratare tutto, regala diverse opzioni...

Slobbysta



http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4718










Thursday, July 16, 2015

Il vero costo della F.A.O.

Il vero costo della F.A.O.

Cioè della Fetida Ambrosia Oleosa.

Riporto più sotto il compendio dell'ottimo post di Dario Faccini.

Ma penso che sarebbe davvero l'ora, di considerare il costo del petrolio ed il suo prezzo in un modo diverso.
Ammettiamo che da qui a cinquant'anni riusciremo ad estrarne tuttto l'estraibile, la stima é di mille miliardi di barili,
centotrenta miliardi di tonnellate, quanto dovrebbe valere questo piccolo scuro lago oleoso?.
Ha senso valutarlo solo in denaro, qualunque sia la sua valuta?.
O non sarebbe meglio considerare il suo valore immaginando quali scenari può ancora aprirci quando la sua fine sarà definitiva?
Bruciare petrolio, ancora, è ormai come scaldarsi dagli ultimi rigori della primavera buttando nella stufa pani d'incenso.
Follia da sàtrapi invasati di potere.
Farne vagonate di mercanzia usa e getta, per continuare abitudini tanto insane quanto insulse, ignavia da figlioli prodighi, ma senza alcun desiderio di remissione di peccato.
Usarlo per i giorni che verranno affinchè non siano da maledire per quello in cui venimmo al mondo, azione degna per una futura beatificazione.

Marco sclarandis

L’accordo con l’Iran e il paradosso petrolifero

Pubblicato il luglio 16, 2015 di Dario Faccini

https://aspoitalia.wordpress.com/2015/07/16/laccordo-con-liran-e-il-paradosso-petrolifero/

I giacimenti petroliferi più grandi, facili e convenienti sono già coltivati e/o in declino;

I costi di estrazione sono in costante aumento e così sono gli investimenti, soprattutto per le compagnie non OPEC,
che hanno ormai riserve sottodimensionate rispetto i volumi di produzione estratti; questo è talmente vero che il mercato sta diventando cauto nell’investire nelle compagnie petrolifere quotate in borsa ;

Il tasso di declino globale dei giacimenti in coltivazione probabilmente supera il 5% all’anno, ed è in accelerazione;

Il fracking è una tecnica di estrazione che ha dato buoni risultati in America, ma fatica ad essere esportata fuori confine, non ultimo per i problemi ambientali connessi; dal fracking, quindi, non ci si può attendere un contributo tale da sostenere la produzione globale futura;

I paesi OPEC sunniti del golfo sono gli unici ad avere le “mani libere” e si stanno adoperando per risollevare i prezzi sul lungo periodo
ostacolando  gli investimenti petroliferi globali;

Il prezzo del petrolio nel breve periodo può pure scendere ancora, come pletore di analisti finanziari si affannano a prevedere da mesi,ma sarebbe un errore interpretarlo come un segnale di abbondanza petrolifera.

Sarebbe solo il successo completo della prima guerra commerciale lanciata dai pochi che ne possono ancora estrarre parecchio,
a prezzi bassi, fuori da logiche di mercato di breve periodo.

E’ finito il petrolio a buon mercato. Sono cambiati gli equilibri.
In futuro comanderà chi ha il petrolio sotto casa.

Wednesday, July 15, 2015

Di questo terrore, nel segreto, godo.

Che la lotta di classe si possa fare sia con le ossa dei bisonti o con le mitragliette, e con le armi ad infrasuoni lo sappiamo.
Perciò i mezzi per farla esisteranno a lungo.
E probabilmente, anzi praticamente certo, è che i motivi per farla non s'estingueranno mai.
Quello che mi chiedo è quali siano le condizioni perchè essa sia ridotta al minimo inevitabile.
E possibilmente il meno cruenta possibile.
Che la lotta di classe sia solitamente scatenata dal superamento di un limite del divario tra chi dispone di energie, risorse e conoscenze e chi ne ha di meno è arcinoto pure questo.
Ma quale sia questo limite è impossibile da stabilire una volta per tutte, e la Storia lo insegna ai suoi cocciuti allievi, con spasmodica tenacia.
Quello che mi sembra stupefacente, anche nel senso di qualcosa indotto da una sostanta pericolosamente psicòtropa è la sopraggiunta scomparsa di alcuni motivi per condurre questa lotta.
Abbiamo imparato a produrre cibo, vestiario, ed alloggio per tutti,
e pur con tutte le obiezioni e le considerazioni che si possono fare al riguardo, adoperiamo anche la produzione di tutto ciò come arma di lotta classista.
La ritualizzazione della stessa lotta, realizzata con lo sport, non è riuscita a sfuggire a questo tragicomico destino.
 

Che fare? 
Guerra è sempre, irrimediabilmente?.
 

Forse no. 

Ma perchè sia no, un genere umano deve scomparire.
E apparire, o meglio prosperarne un altro.
Che prenda la lotta di classe come una rappresentazione teatrale, dove finito lo spettacolo sono tutti soddisfatti.

Anzi pronti a risparmiare denaro per godersene un altro.
Mi sembra che stia succedendo proprio questo.
E' una cosa stupenda, ma chi deve scomparire, e potrebbe farlo anche senza morire prematuramente, non intende ragione.
Anzi, cerca di far proseliti, purchè restino suoi succubi, per mantenersi sul trono con lo scettro in mano.
E questo è spaventoso.
Vi è qualche legge matematica, universale, dietro le quinte a manovrare la scena?
Sarebbe difficile immaginare che non vi fosse.
Ma non è detto che sia possibile conoscerla e anche conoscendola sia possibile sceglierne le conseguenze.
Fra pochissimi decenni, della lotta di classe non me ne importerà più nulla.
Che la mia tomba sia poi un sasso con un nome ed una data scolpiti sopra,o nemmeno quello, altrettanto.
Già da adesso.
Dev'essere questa noncuranza che irrita fino all'ira quelli che sperano le lotte di classe non finiscano mai.
Hanno il terrore di morire di noia.
 

Di questo terrore, nel segreto, godo.

Marco Sclarandis

Tuesday, July 7, 2015

Tragedia greca


Tragedia greca

Quando sarà passata l’euforìa del referendum, dove hanno vinto i no alle proposte dei creditori della Grecia per risanare il suo debito, ricomincerà la farsa che riporterà
prima alla commedia, poi di nuovo al dramma e infine ad una nuova tragedia.
A meno che, il popolo greco, che di opere teatrali se ne intende e da lungo tempo,
non insceni uno spettacolo che da decenni alcuni oracoli hanno augurato all’umanità intera, ma che essa ha ottusamente rifiutato di rappresentare.
Di che cosa può vivere un popolo stanziale su di una terra che potrebbe ospitarne uno dieci volte più piccolo?.
Di commercio, naturalmente, ma il commercio su che cosa si fonda?
 “Sulla merce” !  direbbe Monsieur de Lapalice.
Ed è qui che molti asini cascano, appena si accorgono di non essere dei Pegasi alati.
Che la merce procuri denaro è una cosa buona e giusta, ma che il denaro procuri la merce è una cosa infida e pericolosa.
Per il semplice fatto che il denaro è un simbolo, mentre la merce è roba.
La roba non è necessariamente tangibile, misurabile e quantificabile, perché chi sa parlare correntemente sette lingue non pesa necessariamente di più di chi ne parla solo una, né è più alto di statura, né vale una somma di denaro che è possibile stabilire in modo univoco.
Finchè il denaro era coniato in monete di metallo più o meno raro e pesante, esso aveva una ragionevole identità con la roba, ma quando le banconote hanno preso il sopravvento è iniziata un’epoca dove gli esseri umani hanno cominciato a credere d’essere 
Dei di un Olimpo.
Alcuni più di altri, ovviamente.
Se un tizio qualsiasi riesce a convince la gente qualunque che un pezzo di carta 
con la sua firma apposta in seguito ad una promessa, vale quanto una pagnotta 
o una villa sulla scogliera, il gioco è fatto.
Purtroppo il mortale che s’è fidato incautamente, rischia di non ottenere né la villa e nemmeno la pagnotta, e se è proprio ingenuo oltre ogni rimedio, di dover lui stesso fornire, anzi infornarne una e sentirsi dire che è solo per misericordia dell’olimpico tizio che non sarà costretto a sgobbare per un tozzo di pane, nella villa di lui, fino alla consunzione.
Ecco perché il denaro è pericoloso anche più delle sostante altamente psicòtrope.
Perché ne è la quintessenza stessa.
Perché con una ingannevole facilità riesce ad illudere quasi tutti che tutto sia reversibile ed interscambiabile, creabile e ricreabile illimitatamente, cosa che è falsa nel modo più assoluto.
E’ solo una stupefacente apparenza che le cose del mondo lo siano.
Proprio un greco disse “Panta Rei” , tutto scorre, con tutte le implicazioni che questa frase contiene.
Ed una di queste, una delle più importanti, è che tutto si trasforma, e che trasformatosi, solo una parte sarà com’era prima, e che nulla si trasforma indipendentemente da tutto il resto.
Il denaro, che potrebbe anche fare a meno della carta per esistere, se la parola data fosse più solida del più solido dei metalli pesanti, non sfugge a questa ineluttabile caratteristica del mondo intero.
Chi se ne dimentica è un imbecille, un pazzo o un malvagio, e a volte anche le tre cose insieme.
Allora, che cosa può scambiare la Grecia, anzi il popolo greco, con il resto del mondo per vivere sulla sua terra, senza suscitare ira ed invidia in chi ne abita un’altra?.
Oggi, non nel mitico passato, oggi che tutta la Terra abitabile è abitata e che tutto quello che toccano i vari Re Mida diventa merce destinata a finire in spazzatura in pochi minuti, o poche ore o se va bene, ma proprio bene, qualche anno?.
Se l’Ellade ha qualcosa da dirci che non ha prezzo, ma inestimabile valore,
è che ogni cosa ha un suo limite intrinseco, e che la dismisura porta alla morte anticipata ed ingloriosa, nella maggior parte dei casi.
Quanto vale questo insegnamento?
C’è qualche ragioniere che saprebbe tradurne il valore nelle valute in corso sul pianeta terra?.
C’è ma forse dovrebbe fare un pellegrinaggio a Delfi, per dare una risposta sensata.

Marco Sclarandis.