Diteci voi predecessori muti
riesumati reinumati mille e mille volte
senza neanche riti funebri
se aveste saputo veramente chi eravate
davvero avreste dato sfogo a foia
ripetuta e così moltiplicata
noi sì così stiamo facendo
e pur sappiamo poco molto poco
ma tanto ci piace ci basta e proseguiamo
guardiamo su Marte brina effimera
sulla Luna sotto la sua stantìa polvere
minute antiche tracce idriche
nel buio lontanissimo orbitare
mondi simili quanto irraggiungibili
luoghi sonniferi ed insonniferi alla pari
so quanto sia inutile a voi chiedere
se mai un giorno foste riportati in vita
dove e come vorreste respirare i giorni
quest'osso di pollo ignoto tra le dita
questa pelle da me sazio già scartata
queste domande da preda del deserto
queste cose mi suscitano più che altro
Sorbito un caffè so che dovrò rispondermi.
Marco Sclarandis
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Tuesday, April 14, 2015
Wednesday, January 14, 2015
La rabbia sopita
Riprendo da "Effetto Risorse" il blog di Ugo Bardi , 14 -01- 2014, oggi :
Arthur Berman di recente ha scritto questo sul collasso del prezzo del petrolio:
In quanto all'Arabia Saudita e a suoi motivi, è a sua volta molto semplice. I sauditi sono bravi coi soldi e l'aritmetica. Di fronte alla dolorosa scelta fra perdere soldi mantenendo l'attuale produzione a 60 dollari al barile e togliere 2 milioni di barili dal mercato perdendo molti più soldi, la scelta è facile: prendere la strada meno dolorosa. Se ci sono ragioni recondite come danneggiare i produttori statunitensi di petrolio di scisto, l'Iran o la Russia, benissimo, ma si tratta solo di una questione di soldi.
Penso che Berman potrebbe aver ragione, i sauditi hanno ragionato in questi termini. Volevano ridurre le loro perdite e mantenere la quota di mercato.
Ma pensateci un momento: è stata davvero una mossa intelligente per i sauditi?
L'Arabia Saudita produce poco oltre al petrolio. La sua economia è pesantemente basata sul petrolio. Ed anche per il cibo, l'Arabia Saudita deve affidarsi agli introiti del petrolio per importarlo. E persino per la grande Arabia Saudita, le risorse petrolifere non sono infinite.
Quindi, ipotizzate di avere il potere di regolare la produzione di petrolio in Arabia Saudita, cosa fareste? Logicamente, pensereste che sia stupido continuare a pompare petrolio a tutta velocità se è diventato così a buon mercato. Pensereste che è una buona idea tenerne il più possibile nel sottosuolo, da usare quando sarà davvero raro e costoso. In aggiunta, i vostri concorrenti finiranno il petrolio mentre voi ne avrete un sacco; non sarebbe bello?
Logico? Certo, ma solo se pensate a lungo termine. Se pensate solo al profitto a breve termine, allora ha senso vendere ciò che avete, quando lo avete. E il futuro?, be', quello sarà il problema di qualcun altro.
Sfortunatamente, non è solo in Arabia Saudita che la pensano in questo modo.
Fin qui Ugo.
Ora, e qui dico io:
Come si fa sopir la rabbia di milioni di persone che stanno ormai capendo che la trippa pe' gatti
sta finendo e li gatti sono proprio i capenti la imminente disponibilità della trippa?
Ci vorrebbe un altro post, anche di alcune pagine per esporre esaurientemente tutta la panoplia
( dal greco pan+arma, ma il pane non c'entra, possiamo dire tranquillamnente "armamentario")
necessaria /o a distogliere orde di illanguoriti in bocca, dal pensiero che a cena potrebbe dimezzarsi
non solo il companatico ma pure il pane e le bevande?
Si, verrà offerto un caffé per consolare dal disguido.
Un mezzo, meraviglioso quanto un coltellino svizzero, è la menzogna.
Spudorata fino alla nuda castità.
Come quella, la nuda castità d'un san Francesco D'assisi, che si denudò in pubblico.
Poi c'è anche altro oltre alla panoplia e nella santabarbara ( il deposito degli esplosivi ).
Auguriamoci, che è cosa un pò diversa dallo sperare, che chi continua a custodirla
fumando come un anatolico, sappia che la prudenza sovente è anche meglio anche della trippa
Marco Sclarandis
Tuesday, December 31, 2013
Se potessi
Con l’inizio delle nuove orbite
vorrei uscire dall’eclittica
cercare un pianeta apuano
solo da scrosci idrici macchiato
farmi scultore fino a
finir d’inverno
lì non vi lascerei escrementi
né pelo né capello sale da sudore
solo del vapore sbuffato a forza
di mazzetta di lima e di scalpello
e qualche irosa imprecazione
certo lo contaminerei di borghi
anfiteatri darsene canali e ponti
piramidi colonnati lastricati
per giochi di bocce e di birilli
state equestri e mausolei
ma se sapessi poi che in ordine
va rimesso così come l’ho trovato
a obbedire non esiterei un attimo
però mi piacerebbe a erodere
fosse una pioviggine agrodolce
con passo di lumaca tutto
quel marmo divenuto desiderio.
Marco Sclarandis
Thursday, February 7, 2013
Dimmi padre
Dimmi padre
che cosa col nonno
in combutta con gli avi
avete fatto alla Eva Pangea
perche'
perche' non vi saziate di stupro
e stupore gettate allo strame
come mai struggente bellezza
ogni giorno ogni ora
ardete in caldaia a carbone
quanto ancora vi serve sfiatare
nel manto nubiforme ed etereo
affinche' soddisfazione vi fermi
io
padre
non temo dipartita precoce
ma scomparsa priva di senso compiuto
io non reclamo lunga vita felice
ma tu figlio mio che incroci mia occhiata
come faccio a sorriderti
senza stringere in gola del pianto
io che sono tuo padre impotente
e violenza alla Madre non riesco a stroncare.
Marco Sclarandis
che cosa col nonno
in combutta con gli avi
avete fatto alla Eva Pangea
perche'
perche' non vi saziate di stupro
e stupore gettate allo strame
come mai struggente bellezza
ogni giorno ogni ora
ardete in caldaia a carbone
quanto ancora vi serve sfiatare
nel manto nubiforme ed etereo
affinche' soddisfazione vi fermi
io
padre
non temo dipartita precoce
ma scomparsa priva di senso compiuto
io non reclamo lunga vita felice
ma tu figlio mio che incroci mia occhiata
come faccio a sorriderti
senza stringere in gola del pianto
io che sono tuo padre impotente
e violenza alla Madre non riesco a stroncare.
Marco Sclarandis
Monday, November 11, 2013
Hic et nunc sic et simpliciter
Hayan
H a y a n
H a y a n
H a y a n
Hayan
Credo che questo tifone inizi la vera
Dittatura dei Fatti
conclamata, rude, ineludibile e unica nel mutare il corso della civiltà umana.
Comincio a desiderare di vivere di meno ed immaginare di più.
La real TV mi sta annoiando ormai. A che scopo arrivare decrepiti su questa Terra per assistere alle opere della maggior applicazione della ingorda stupidità umana?
Ora chiunque può vedere quel gorgo immenso, come se fosse un angelo calato dalle cerchie celesti. Eppure, appare solo come una fatalità.
Non come la somma di umani fatti che aiutano il Fato a compiere la sua opera.
Marco Sclarandis
H a y a n
H a y a n
H a y a n
Hayan
Credo che questo tifone inizi la vera
Dittatura dei Fatti
conclamata, rude, ineludibile e unica nel mutare il corso della civiltà umana.
Comincio a desiderare di vivere di meno ed immaginare di più.
La real TV mi sta annoiando ormai. A che scopo arrivare decrepiti su questa Terra per assistere alle opere della maggior applicazione della ingorda stupidità umana?
Ora chiunque può vedere quel gorgo immenso, come se fosse un angelo calato dalle cerchie celesti. Eppure, appare solo come una fatalità.
Non come la somma di umani fatti che aiutano il Fato a compiere la sua opera.
Marco Sclarandis
Thursday, December 13, 2018
Chissà se allora già esistevi
Chissà
se allora già esistevi
nella
mente d'un Leonardo paleolitico
d'un
Archimede precedente i metallurghi
dell'oro
del bronzo e il ferro
chissà
chi t'ha scorta in visione o sogno
accedendo
ad un futuro remotissimo
ma
poi dimenticata e persa
o
dovevi attendere l'acciaio
l'asfalto
l'isoprene il calibro e l'officina
per
venire tra di noi alla luce
potevi
nascere dal bambù dal cuoio
dal
frassino flessibile dai tendini tenaci
ed
il duro bosso avrebbe surrogato
insieme
all'ematite biglie di metallo
il
basalto romano lastricava già la via
ma
ora sei con noi macchina perfetta
per
portarci sulla Terra ovunque
con
il minimo dispendio ed invadenza
non
sofisticarti troppo non guastarti
rimani
invenzione semplice e suprema
tu
che con due attrezzi sempre ti riaggiusti
con
te mai prima fummo tanto liberi
meravigliosa
bicicletta.
Marco Sclarandis
Thursday, March 12, 2015
Tutta colpa della zia Iner
Cortesia Graziano De Rossi http://www.grazianoderossi.it/
Chi è che non ha nell'albero genealogico un parente arcigna?.
Apparentemente taccagna, in vecchiaia divenuta un poco grifagna,
zitella per scelta, ma reduce da stuoli di spasimanti rifiutati, in gioventù di rara sebbene austera bellezza, morta ultracentenaria in odore di santità e che in fondo aleggia nella nostra vita più che come un ricordo come una costante presenza?.
Credo chiunque. E se non era parente stretta lo era lontana, e se non era lontana era acquisita, e se non era acquisita è stata adottata ed è diventata una talmente di famiglia, che sembra impossibile che possa essere stata una persona estranea, imbucatasi nella nostra dinastia come certe persone ai matrimoni con seguito di pranzo fastoso.
Ma è la Zia Iner!
Ovvero, per chiunque l'abbia mai incontrata, e sono miliardi d'individui, in incontri tête-à-tête o di massa, Madame Inerzia.
Madame inerzia.
Proprio Lei, una vera forza della Natura (che è pure Matrigna, quando occorre).
Ed è quella che dirige le galassie, i ciottoli sui sentieri, i neutrini a spasso per il cosmo, e il nostro indugiare quotidiano, quando sappiamo benissimo che è talmente tardi che siamo in anticipo sulla mossa successiva.
La Gran Signora, che avrebbe maritato uno come Isaac Newton se solo fosse stata una donna in carne ed ossa e lui fosse stato un gentiluomo con un carattere più gioviale, sta recitando una parte grandiosa dietro le quinte del grande palcoscenico della Vita Terrestre.
Inerzia, pardon Zia Iner, dappertutto, da quella termica oceanica, a quella politica internazionale, a quella comportamentale umana.
E' lei che con suo cugino Crono, cioè il tempo, fa in modo che le cose avvengano come sappiamo , ma a volte facciamo finta di non sapere.
Ogni tanto la sento bisbigliare un "E è uguale ad emmeperci al quadrato" e poi uno sghignazzo via via evanescente.
L'altra settimana si è intromessa tra due vetture di cui una era la mia e l'altra quella d'un troppo furbo che voleva rifondare il codice della strada.
L'innovazione, secondo costui sarebbe stata che le regole sono solo fatte per essere infrante, ma infrante a caso, ovviamente.
E quindi il sorpasso vietato e spericolato non è proibito, per uno come lui, sia chiaro, mica per gli altri.
Zia Iner, intromettendosi, ha ricordato ad entrambi che le regole le stabilisce lei da miliardi di anni e non si discutono.
La dovrò invitare in pizzeria, prima o poi.
Per dirle che ho apprezzato il suo salvifico intervento.
(Devo avere pura una sua foto, appena la trovo la aggiungo al post).
(come vedete l'ho trovata!)
Marco Sclarandis
Monday, July 6, 2015
Meno male che le lucciole non sanno
Meno male che le lucciole non
sanno
che racchiudere l’elio in un
tubetto
fra due specchi sigillarlo e
stimolarlo
con il fluido che saetta fra
le nubi
e a terra incenerisce i
scelti a caso
fabbrica lama di luce intensa
e collimata
forse sono tutte miti o non
così feroci
come noi riusciamo ad essere
con tutti
loro s’accontentano d’emettere
flavi ritmati fiochi lampi
estivi
per passione sfrenata certo
degna di cavalieri medievali
ma per i più incantevolmente
innocui
e se sapendo dell’arsenico e
del gallio
intessuto con fisica sapienza
non si sarebbero dotate d’arsenali
di radianti impalpabili affilate
spade
saremmo allora in terribile
pericolo
a casa ciechi rischieremmo di
tornare
ogni sera dal clima temperato
a volte dubito che sappiano
che quindi abbiano rinunciato
in cambio dello sguardo
estatico
di chi l’elio e l’idrogeno ha
imparato
a farne astro di vendetta incandescente.
Marco Sclarandis
Tuesday, September 16, 2014
Coincidenza
Il cerebro e il gheriglio
sappiamo s'assomigliano
ma se sia solo per sbaglio
o per un ingenuo imbroglio
ancora non sappiamo
il noce si fa cena
si fa pure sedia e tavola
e liquore scioglilingua
spande solo muta ombra
sotto noi si scherza e parla
ci si azzuffa e s'accapiglia
ossa gusci foglie paglia
molto tengono in segreto
ancor più ne tiene il tarlo
sia nel guscio che nel cranio
per ora è meglio mi rassegni
sogni che albero mi parli
mi racconti e dica scegli
fra le molte soluzioni.
Marco Sclarandis
Thursday, December 17, 2015
Piccologia evolutiva.
Posso dire che stiamo inaugurando una nuova branca del sapere umano:
la "Piccologia evolutiva"
Che non è lo studio delle piccole cose, almeno non innanzitutto, ma quello dell'evoluzione ed adattamento al picco d'ogni risorsa.
(Jacopo, abbiamo uno stagno grande come un oceano in cui sguazzare! Salutiamo Cassandra e diamoci ad Apollo o Mercurio o ad Atena, o a chi ci sorride più amichevolmente!).
Marco
la "Piccologia evolutiva"
Che non è lo studio delle piccole cose, almeno non innanzitutto, ma quello dell'evoluzione ed adattamento al picco d'ogni risorsa.
(Jacopo, abbiamo uno stagno grande come un oceano in cui sguazzare! Salutiamo Cassandra e diamoci ad Apollo o Mercurio o ad Atena, o a chi ci sorride più amichevolmente!).
Marco
No non si rifulge come stelle
nella notte
si salta e si rosicchia come
tarli cavallette
per avidità di mete raggiunte
e oltrepassate
ci vorrebbe per noi un globo
illimitato
per quel paio frontale lobo
cerebrale
che ci spinge a sfrenato
desiderio
tanto grande da apparire
vasto piano
allora per un tempo lungo
sebbene limitato
riusciremmo ad acquietarci ad
esultare
tu prenditi quello spicchio
della torta
grande tanto quanto riesci a
misurare
lui si ritagli tessera da
incastro
con la forma che gli pare
affine
lei abbia arcipelago e
barriere
di coralli colorati a
profusione
e loro invaghiti d'antri di
un Vulcano
prendano lande dove si perda
il rombo
i fumi di carboni e di
metalli fusi
noi vorremmo spazio per la
zecca
dove coniare medaglie monete
stemmi
da vendere per divertimento
ai pellegrini
anche voi sarete accontentati
tutti
io non so dirvi come ma son
certo
che nessuno inveirà sotto le
intemperie
e patirà sete sotto il Sole.
Marco Sclarandis
Tuesday, January 27, 2015
Zeitgeist
Tratto da: Lo scorrere del tempo
(post di Antonio Turiel)
(su Effetto risorse del 26 Gennaio 2015)
(commento al post)
Alfonso 26 gennaio 2015 20:50
Glielo dico io, Mr.Turiel, dove saremo tra cinque anni (o poco più).
Avremo un tenore di vità molto più basso dell'attuale. meno sanità, meno calorie, meno proteine, meno reddito e così via. Avremo anche qualche più: più inquinamento, più diseguaglianza, più rabbia.
Saremo sempre più simili agli emarginati che oggi già troviamo semiclandestini nelle periferie dei grandi agglomerati urbani.
Il tempo in cui era ancora possibile invertire questa tendenza è terminato decenni fa. Ora possiamo solamente augurarci una cosa: come per un malato terminale, che finisca presto e con la minor sofferenza possibile.
(risposta al commento)
Alfonso, comunque, è sempre meglio terminare l'agonia in allegria.
Forse non hai considerato abbastanza che "Il problema è la soluzione".
Soluzione per quelli che vogliono andare incontro al collasso cataclismatico.
La tua prima frase " Avremo un tenore di vità molto più basso dell'attuale." non significa necessariamente che le cose andranno come prospetti nelle frasi successive.
Proprio perchè per ora si vuole che " Il problema SIA la soluzione "
Ma eliminati o ridotti i presupposti della soluzione anche il problema è destinato a risolversi.
Anche il catastrofismo o cataclismania ha ormai raggiunto il picco, per il semplice motivo che ci siamo immersi da anni.
Certo che pretendere un miracolo senza nemmemo fare la fatica di invocarlo è da pervertiti.
Ma i miracoli avvengono, per quanto sia difficilissimo mettersi d'accordo sulla loro autenticità e natura.
Io mi accontento di campare il resto che mi avanza per compiere dei prodigi.
Tanto ormai sono beatamente rassegnato al fatto di non essere immortale.
P.S. Sia chiaro che per "problema" s'intende la negazione di limiti alla crescita, allo sviluppo, e alla ottusa ricerca di fasulle illimitatezze.
Marco Sclarandis
Tuesday, March 3, 2015
Lo sviluppo dei limiti
Cortesia https://ferraraintransizione.wordpress.com/2011/06/
Questa immagine non proviene da una rivista di taglio e cucito.
Ma da un manipolo di giovani ricercatori che più di quarant'anni fa intuirono che per davvero stavamo avvicinandoci al tempo in cui ogni cosa sarebbe stata contata.
Ora ci siamo.
Si tratterebbe ormai solo più di credere alle evidenze che copiose arrivano da tutto il mondo tutti i giorni e da tempo, anche.
La formula-matrioska é quattro terzi pi greco erre tre*.
Se applicata al volume della Terra si ottiene: 1083 miliardi km cubi
ed una superficie di 510 milioni di km quadrati.
Da questi due numeri ne discende una cascata scrosciante di conseguenze ineluttabili.
Ma una che le riassume tutte è
"Non esiste alcuna economia in crescita illimitata in un luogo limitato".
E questo luogo è la Terra.
E forse anche l'Universo, quello osservabile per lo meno.
Su ogni chilometro quadrato di Pianeta c'è più d'una dozzina di gente come noi, (tutta la gente è comunque gente, che lo si voglia o no).
Che, almeno nelle intenzioni, vorrebbe crearsi il personale Giardino dell'Eden a proprio gusto e somiglianza.
Più tutte altre creature che quanto a intenzioni non sono da meno di noi.
Sono tempi interessanti. Cinici, cinesi e cinematici.
Riusciremo a viverli con regale portamento?
* http://utenti.quipo.it/base5/geosolid/volsfera.htm
Marco Sclarandis
Thursday, December 18, 2014
Scala Mercalli - Climamoto
28022015040420152H6P
Negli ultimi trent’anni ci
siamo abituati, noi comuni mortali, a considerare l’entità dei terremoti con
una unità di misura, la “Scala Richter”, fondata su delle misure dell’energia
scatenata dal sisma ossservato.Abbiamo abbandonato la “Scala
Mercalli”, che aveva una sua indubbia validità,ma era fondata su una
valutazione più che altro soggettiva degli effetti e dei danni sismici.
Dal 28 febbraio e fino al 4 Aprile, “Scala Mercalli” tornerà alla ribalta,ma in un modo diverso.
Dal 28 febbraio e fino al 4 Aprile, “Scala Mercalli” tornerà alla ribalta,ma in un modo diverso.
“Scala Mercalli” sarà infatti un programma in sei puntate, su RAI 3, che si occuperà di un brusco movimento, non della crosta terrestre, ma di quella membrana eterea che ci avvolge da migliaia di anni e ci dà un clima al quale siamo abituati.Il clima della Terra si è sempre evoluto, e anche di molto, ma noi, proprio noi esseri umani siamo riusciti, quasi senza accorgercene, a farlo evolvere così rapidamente e verso una direzione, che possiamo ormai dire di avere scatenato un “climamoto”.
“Scala Mercalli” cercherà di raccontare nel modo migliore come questo “climamoto” stia agendo sulle nostre vite, e come allo stesso tempo possiamo ripararci dalle scosse peggiori.“Scala Mercalli” cerchèrà di dimostrare quanto sia oggettivo il cambiamento climatico in atto, e quanto sia ancora soggettiva la reazione ad esso, da parte della maggioranza della popolazione planetaria.
E’il cambiamento climatico la vera matrioska che ingloba in sé tutti gli altri cambiamenti.
Demografici, economici, finanziari, politici, etici e sociali.
E’ sempre stato così, ma questa volta possiamo esserne proprio certi.
E certi che nella manovra ci abbiamo letteralmente messo il nostro fiato.
“Scala Mercalli” si rivolge a tutti, perché siamo stati tutti, chi più, chi meno,chi sapendo, chi ignorando, chi credendoci o non credendoci, a fare delle quattro stagioni sui cinque continenti, anzi sei considerando gli oceani, un clima che i nostri discendenti potranno definire a ragione,
da “fine di un mondo”.
Dal 28 Febbraio al 4 aprile 2015, tutti i sabati, in prima serata su RAI
3, Scala Mercalli:
due ore di documentari, approfondimenti, interviste sul clima e l'ambiente e i cambiamenti della nostra società, sotto la guida di Luca Mercalli.
Marco Sclarandis
Monday, February 5, 2018
L'evo del rimedio
Mi chiedo che cosa possa invece sbloccare dalll'ottundimento la mente e l'animo di miliardi di persone.
La
notizia ,credibile, che l'orologio del giorno del giudizio atomico,
giudizio si fa per dire, segni solo due minuti prima della fine
dell'umanitàIn altri termini è come se dovessimo agire contro la nostra stessa natura per poterla salvare.
E la nostra natura è certamente quella di un essere vivente che non accetta limiti d'ogni sorta.
Ma con la possibilità e la capacità di accorgersi di questo fatto.
Quindi,
credo che siamo liberi di scegliere anche se la scelta tra il salvarci e
il dannarci è diventata al limite dell'impossibilità.
Detto ciò, non m'interessa per niente cercare di calcolare la probabilità che avvenga il miracolo.
Anche perchè intuisco che il solo tentativo di farlo inficerebbe il risultato del calcolo stesso.
Sicuramente
la probabilità che avvenga il miracolo è scarsissima, ma altrettanto
sicuramente esiste, e perciò cerco di agire per accordarmi con tale
evento.
Possiamo
fare poco in tale universo, ma possiamo farlo.E potendo rimediare ad un
errore, rimediare è quanto di più affine al prodigio ed al miracolo
esista.
Thursday, November 7, 2013
Hic et nunc sic et simpliciter
Disse il moscerino alla farfalla
sei stata tu a provocare l'uragano
io veramente sguscio solo adesso
e nemmeno ho disteso le mie ali
sarei io allora il reo da condannare
io che d'acini in aceto andati vivo
no non tu posato sulla buccia
un tuo parente dentro un abitacolo
che attirato da una lacrima
d'un presidente di corporazione
in viaggio verso un summit importante
l'ha accecato e condotto al camposanto
lo conosco quel cugino morto in auto
ha lasciato contro il cofano famiglia
e contro parabrezza migliaia di fratelli
senti amico mio io vivo fino a domattina
e nemmeno balena vorrei essere
falena sono e mi basta e avanza
andiamocene di qua non vedi l'ombra
è nube di tornado e senza pietà procede
o vuoi domandarle di chi sia sicaria.
Marco Sclarandis
sei stata tu a provocare l'uragano
io veramente sguscio solo adesso
e nemmeno ho disteso le mie ali
sarei io allora il reo da condannare
io che d'acini in aceto andati vivo
no non tu posato sulla buccia
un tuo parente dentro un abitacolo
che attirato da una lacrima
d'un presidente di corporazione
in viaggio verso un summit importante
l'ha accecato e condotto al camposanto
lo conosco quel cugino morto in auto
ha lasciato contro il cofano famiglia
e contro parabrezza migliaia di fratelli
senti amico mio io vivo fino a domattina
e nemmeno balena vorrei essere
falena sono e mi basta e avanza
andiamocene di qua non vedi l'ombra
è nube di tornado e senza pietà procede
o vuoi domandarle di chi sia sicaria.
Marco Sclarandis
Wednesday, January 6, 2016
Ispirami ancora Decio...........
Eh sì caro Ugo, ogni tanto occorre un articoletto del genere per dirottare Deci Meridi, Tizi Furbizi, Buffi Fuffi
verso siti ad essi più congeniali.
L'articoletto, si fa per dire:
http://www.ugobardi.blogspot.it/2016/01/i-fisici-confermano-lirreversibilita.html
Comunque una piccola ipotesi sul perchè indietro non si torna io ce l'avrei.
Secondo me al cuore della fisica c'è l'insoluto dilemma se la materia sia o non sia infinitamente divisibile.
E questo dilemma porta direttamente a quell'affermazione di Pitagora:
"Tutto è numero".
Ed anche a quest'altra altrettanto famosa, non a masse oceaniche, ma comunque......
"Dio ha creato i numeri interi, tutto il resto è opera dell'uomo" Leopold Kronecker (1823-1891) .
Solo che, trafficando con gli interi, inevitabilmente escono fuori le frazioni.
E trafficando con le frazioni sgaiattolano dappertutto i numeri irrazionali quali la radice di due e dei numeri primi
la sezione aurea e tutta quella marmaglia numerica che si riesce a dominare a fatica
con le frazioni continue discendenti ed ascendenti e algoritmi del genere.
E trafficando ancora sgusciano fuori, quasi letteralmente, e come in un incubo, i numeri irrazionali trascendenti
quali pigreco ed il numero di Eulero "e" e allora ci troviamo poi attorniati da un universo di cose più che infinite.
Ma nel mondo sperimentabile i cavolfiori non sono frattali perfetti, aventi infiniti dettagli.Stupendamente ipnotici.
Quindi l'approssimazione regna sovrana anche perchè diventa inevitabile.
Forse, un limite quale l'insieme dei numeri di Planck (Max), é l'unico modo per rendere l'universo comprensibile
a degli osservatori come noi, ma il prezzo da pagare per questo è l'irriducibile irreversibilità dei fenomeni osservabili
Infatti, se immaginiamo una perfetta biglia che rotola con effetto su di un perfetto biliardo, come se ne potrebbe calcolare
la traiettoria perfettamente se non considerando le infinite cifre di pigreco, insite nella circonferenza della biglia stessa?
Non parliamo poi delle difficoltà sorgenti all'atto del rimbalzo con una sponda elastica.
Lì una satanica sfida ci attende.
Fatta di calcoli sugli elementi finiti ( vedere come calcolano gli ingegneri ponti, carrozzerie che assorbono urti e altre cose ).
Ma appunto, appena ci sono invece infiniti elementi da calcolare dobbiamo fare atto di sottomissione.
Al caso al caos o ad un Creatore, secondo le fedi e le preferenze.
Ma il fenomeno dell'entanglement, con la sua trascendente istantanea proprietà connettiva fra particelle
arbitrariamente lontane, potrebbe dirci qualcosa di rassicurante sulla vera natura dell'Universo.
O del Multiverso, possibile conseguenza delle ipotesi basate sugli esperimenti quantistici.
Forse che il tutto é una inimmaginabile trama di numeri interi, elencabili come le frazioni e gli irrazionali algebrici
come le radici dei numeri primi, e di numeri inelencabili come i più che infiniti numeri trascendenti e transfiniti?
( per i transfiniti rivolgersi all'anima di Georg Cantor, o più materialmente alle pagine di un buon saggio
sulla matematica del novecento o a quelle sui portali in internet sull'argomento).
Universo che pare davvero si voglia espandere all'infinito.Su Le Scienze del mese in corso un articolo al riguardo*.
Allora c'è da chiedersi, perché mai questa espansione visto che qui sulla Terra siamo dannatamente cosi stipati?
E la più vicina stella, Proxima Centauri, è lontana quanto una traversata del deserto anche per la luce?
E dulcis in fundo, perchè proprio dal carbonio dobbiamo la vita comunemente intesa,
e tramite esso, ora ci troviamo in così tremendi guai?
Infine, forse che i numeri primi da cui derivano tutti gli altri come in una tavola periodica degli elementi,
sono i servi maligni del "Sommo fascista", soprannome scherzoso che Pal Erdosc dava al Padreterno?
O siamo noi i malvagi che dovevamo limitarci a contare le mele intere?
E lasciare perdere le elucubrazioni sulle due metà di cui una offerta dalla Seducente Eva?
Ma Eva non poteva staccarne due, ed evitarci tutte questa cornucopia di Pandora colma di rogne,
tanto, il peccato era comunque commesso, onde per cui una mela ciascuno rende l'esilio meno indegno?.
*Nessun compenso ricevo per questa pubblicità al noto mensile.
Marco Sclarandis
Post scriptum :Questo post deriva da alcuni commenti messi da un sedicente Decio Meridio
sul blog di Ugo Bardi, a questo indirizzo:
http://www.ugobardi.blogspot.it/2016/01/james-hansen-padre-della-consapevolezza.html
verso siti ad essi più congeniali.
L'articoletto, si fa per dire:
http://www.ugobardi.blogspot.it/2016/01/i-fisici-confermano-lirreversibilita.html
Comunque una piccola ipotesi sul perchè indietro non si torna io ce l'avrei.
Secondo me al cuore della fisica c'è l'insoluto dilemma se la materia sia o non sia infinitamente divisibile.
E questo dilemma porta direttamente a quell'affermazione di Pitagora:
"Tutto è numero".
Ed anche a quest'altra altrettanto famosa, non a masse oceaniche, ma comunque......
"Dio ha creato i numeri interi, tutto il resto è opera dell'uomo" Leopold Kronecker (1823-1891) .
Solo che, trafficando con gli interi, inevitabilmente escono fuori le frazioni.
E trafficando con le frazioni sgaiattolano dappertutto i numeri irrazionali quali la radice di due e dei numeri primi
la sezione aurea e tutta quella marmaglia numerica che si riesce a dominare a fatica
con le frazioni continue discendenti ed ascendenti e algoritmi del genere.
E trafficando ancora sgusciano fuori, quasi letteralmente, e come in un incubo, i numeri irrazionali trascendenti
quali pigreco ed il numero di Eulero "e" e allora ci troviamo poi attorniati da un universo di cose più che infinite.
Ma nel mondo sperimentabile i cavolfiori non sono frattali perfetti, aventi infiniti dettagli.Stupendamente ipnotici.
Quindi l'approssimazione regna sovrana anche perchè diventa inevitabile.
Forse, un limite quale l'insieme dei numeri di Planck (Max), é l'unico modo per rendere l'universo comprensibile
a degli osservatori come noi, ma il prezzo da pagare per questo è l'irriducibile irreversibilità dei fenomeni osservabili
Infatti, se immaginiamo una perfetta biglia che rotola con effetto su di un perfetto biliardo, come se ne potrebbe calcolare
la traiettoria perfettamente se non considerando le infinite cifre di pigreco, insite nella circonferenza della biglia stessa?
Non parliamo poi delle difficoltà sorgenti all'atto del rimbalzo con una sponda elastica.
Lì una satanica sfida ci attende.
Fatta di calcoli sugli elementi finiti ( vedere come calcolano gli ingegneri ponti, carrozzerie che assorbono urti e altre cose ).
Ma appunto, appena ci sono invece infiniti elementi da calcolare dobbiamo fare atto di sottomissione.
Al caso al caos o ad un Creatore, secondo le fedi e le preferenze.
Ma il fenomeno dell'entanglement, con la sua trascendente istantanea proprietà connettiva fra particelle
arbitrariamente lontane, potrebbe dirci qualcosa di rassicurante sulla vera natura dell'Universo.
O del Multiverso, possibile conseguenza delle ipotesi basate sugli esperimenti quantistici.
Forse che il tutto é una inimmaginabile trama di numeri interi, elencabili come le frazioni e gli irrazionali algebrici
come le radici dei numeri primi, e di numeri inelencabili come i più che infiniti numeri trascendenti e transfiniti?
( per i transfiniti rivolgersi all'anima di Georg Cantor, o più materialmente alle pagine di un buon saggio
sulla matematica del novecento o a quelle sui portali in internet sull'argomento).
Universo che pare davvero si voglia espandere all'infinito.Su Le Scienze del mese in corso un articolo al riguardo*.
Allora c'è da chiedersi, perché mai questa espansione visto che qui sulla Terra siamo dannatamente cosi stipati?
E la più vicina stella, Proxima Centauri, è lontana quanto una traversata del deserto anche per la luce?
E dulcis in fundo, perchè proprio dal carbonio dobbiamo la vita comunemente intesa,
e tramite esso, ora ci troviamo in così tremendi guai?
Infine, forse che i numeri primi da cui derivano tutti gli altri come in una tavola periodica degli elementi,
sono i servi maligni del "Sommo fascista", soprannome scherzoso che Pal Erdosc dava al Padreterno?
O siamo noi i malvagi che dovevamo limitarci a contare le mele intere?
E lasciare perdere le elucubrazioni sulle due metà di cui una offerta dalla Seducente Eva?
Ma Eva non poteva staccarne due, ed evitarci tutte questa cornucopia di Pandora colma di rogne,
tanto, il peccato era comunque commesso, onde per cui una mela ciascuno rende l'esilio meno indegno?.
*Nessun compenso ricevo per questa pubblicità al noto mensile.
Marco Sclarandis
Post scriptum :Questo post deriva da alcuni commenti messi da un sedicente Decio Meridio
sul blog di Ugo Bardi, a questo indirizzo:
http://www.ugobardi.blogspot.it/2016/01/james-hansen-padre-della-consapevolezza.html
Thursday, February 26, 2015
A che cosa ci serve? (intanto -3)
...e intanto siamo giunti al meno di -3
28 Febbraio 2015 Scalamercalli raitre ore 21,30
Come dissi in un commento una volta, una parte dell'umanità non desidera salvarsi.
Preferisce il comune annientamento che comunque non è assolutamente certo, nonostante i gravi e molteplici indizi che si accumulano di giorno in giorno.
Questa parte d'umanità spera d'ignava speranza che avvenga un miracolo salvifico, ma non intende in alcun modo agire affinchè questo miracolo avvenga.
L'altra parte preferisce invece agire per la comune salvezza, pur sapendo
che il risultato del suo agire è alquanto incerto.
Una salvezza molto concreta, prosaica, fatta di buone abitudini quotidiane come quella di mettere le cose al loro posto una volta adoperate.
Esattamente come avviene nel mondo non umano, sebbene con scopi e modi appena differenti dai nostri.
Diciamo che questa parte lavora perchè si compia un prodigio.
Quello di riuscire a convivere con tutti gli altri esseri viventi del Pianeta, pur se animati noi, da un irresistibile e irrefrenabile desiderio di espansione.
Io non credo che questo in corso, che è un inizio sia di secolo che di millennio, almeno per chi segue un certo calendario, ebbene che questo in corso sia il termine della civiltà umana.
Abbiamo così tanto da perdere che credo alla fine prevarrà il senno e non la follia.
Ma non m'illudo che il prezzo che pagheremo per rimediare ai nostri errori antichi e ripetuti
sarà scontato e ribassato.
Si tratta poi solo di scegliere da quale parte stare.
E chi preferisce di non scegliere, è già stato scelto per la sua condanna.
La condanna all'insignificanza.
Tra cent'anni, tranne poche eccezioni, nessuno di noi sarà ancora qui.
E allora a che cosa ci serve una mente che cerca d'immaginarsi quelli che ci saranno dopo di noi, o noi stessi se potessimo esserci ancora?
Noi siamo i nostri avi e posteri.
Noi siamo gli extraterrestri di noi stessi.
Noi siamo mente che sa di mentire a sè stessa.
Noi siamo una mente che non servirebbe a niente.
Oppure.
Serve a scegliere quando è il momento in cui è inevitabile farlo.
Non vedo per essa altro scopo.
...e intanto siamo giunti al meno di -3
28 Febbraio 2015 Scalamercalli raitre ore 21,30
Marco Sclarandis.
28 Febbraio 2015 Scalamercalli raitre ore 21,30
Come dissi in un commento una volta, una parte dell'umanità non desidera salvarsi.
Preferisce il comune annientamento che comunque non è assolutamente certo, nonostante i gravi e molteplici indizi che si accumulano di giorno in giorno.
Questa parte d'umanità spera d'ignava speranza che avvenga un miracolo salvifico, ma non intende in alcun modo agire affinchè questo miracolo avvenga.
L'altra parte preferisce invece agire per la comune salvezza, pur sapendo
che il risultato del suo agire è alquanto incerto.
Una salvezza molto concreta, prosaica, fatta di buone abitudini quotidiane come quella di mettere le cose al loro posto una volta adoperate.
Esattamente come avviene nel mondo non umano, sebbene con scopi e modi appena differenti dai nostri.
Diciamo che questa parte lavora perchè si compia un prodigio.
Quello di riuscire a convivere con tutti gli altri esseri viventi del Pianeta, pur se animati noi, da un irresistibile e irrefrenabile desiderio di espansione.
Io non credo che questo in corso, che è un inizio sia di secolo che di millennio, almeno per chi segue un certo calendario, ebbene che questo in corso sia il termine della civiltà umana.
Abbiamo così tanto da perdere che credo alla fine prevarrà il senno e non la follia.
Ma non m'illudo che il prezzo che pagheremo per rimediare ai nostri errori antichi e ripetuti
sarà scontato e ribassato.
Si tratta poi solo di scegliere da quale parte stare.
E chi preferisce di non scegliere, è già stato scelto per la sua condanna.
La condanna all'insignificanza.
Tra cent'anni, tranne poche eccezioni, nessuno di noi sarà ancora qui.
E allora a che cosa ci serve una mente che cerca d'immaginarsi quelli che ci saranno dopo di noi, o noi stessi se potessimo esserci ancora?
Noi siamo i nostri avi e posteri.
Noi siamo gli extraterrestri di noi stessi.
Noi siamo mente che sa di mentire a sè stessa.
Noi siamo una mente che non servirebbe a niente.
Oppure.
Serve a scegliere quando è il momento in cui è inevitabile farlo.
Non vedo per essa altro scopo.
...e intanto siamo giunti al meno di -3
28 Febbraio 2015 Scalamercalli raitre ore 21,30
Marco Sclarandis.
Sunday, February 1, 2015
La farfalla lorenziana
E allora?
Noi siamo il sassolino nella scarpa
il moscerino tra la palpebra e la cornea
la ciliegina sulla torta la fava posta dentro
il peperoncino nella pasta del salento
la farfalla lorenziana dall'uragana forza
la goccia che lapidaria scava e fora
e quella che porta il vaso alla trabocca
la mela guasta che ti ricorda devi
la cassetta ogni settimana controllare
siamo quella onesta muffa laboriosa
che sana la piaga oscena e riottosa
e d'acqua e di farina fa pagnotta
siamo quelle quattro operazioni
che come altrettanti gatti quatti
tengono a bada topi voraci e sorci
senza curarsi che siano dei milioni
siamo pochi e neanche troppo buoni
ma di gente come noi le folle
da sempre come sempre ne ha bisogno
ancor più ora che è iniziato un climamoto.Noi siamo il sassolino nella scarpa
il moscerino tra la palpebra e la cornea
la ciliegina sulla torta la fava posta dentro
il peperoncino nella pasta del salento
la farfalla lorenziana dall'uragana forza
la goccia che lapidaria scava e fora
e quella che porta il vaso alla trabocca
la mela guasta che ti ricorda devi
la cassetta ogni settimana controllare
siamo quella onesta muffa laboriosa
che sana la piaga oscena e riottosa
e d'acqua e di farina fa pagnotta
siamo quelle quattro operazioni
che come altrettanti gatti quatti
tengono a bada topi voraci e sorci
senza curarsi che siano dei milioni
siamo pochi e neanche troppo buoni
ma di gente come noi le folle
da sempre come sempre ne ha bisogno
Marco Sclarandis
Monday, March 2, 2015
Effetto Marianna
Una farfalla sola come rondine
potrebbe scatenare primavera
come se poi altre
a seguire non venissero
pure nella melma primigenia
ameba solitaria
in nuce è esplosiva Vita
come lento neutrone
farebbe in massa fissile
e trasformarsi in Luce
nessuno da solo tranne Uno
costruisce nulla
solo prosegue d'altri opera
Tu cupo di pensieri e intenti
sappilo se vorrai gioire.
Marco Sclarandis
potrebbe scatenare primavera
come se poi altre
a seguire non venissero
pure nella melma primigenia
ameba solitaria
in nuce è esplosiva Vita
come lento neutrone
farebbe in massa fissile
e trasformarsi in Luce
nessuno da solo tranne Uno
costruisce nulla
solo prosegue d'altri opera
Tu cupo di pensieri e intenti
sappilo se vorrai gioire.
Si
fanno passi e salti
si
fanno balzi ci s’arrampica
da
dedali si esce e si rientra
e
briciole petali si spargono
come
pollicini spersi in selva
ci
si sporge da balconi
da
dirupi da terrazze
per
attirare folle miti
ed
attizzare ingenui animi
si
chiede si giura e poi si spera
ci
si dispera a morte per risorgere
ignoranti
di come sia avvenuto
si
fa tutto questo ed altro
perchè
il tempo inesorabile
imparziale
tutto disfa
se
un giorno rifarà daccapo
sarà
come un capriccio
d’eccelso
italiano violinista
ma
non si può in anticipo pagarlo.
Marco Sclarandis
Friday, August 5, 2016
Non tutti i grulli arrivano per nuocere
Da:
https://ugobardi.blogspot.it/2016/08/alcune-riflessioni-sul-crepuscolo.html?showComment=1470384906154#c6012902037827742667
Anonimo 5 agosto 2016 08.59 :
"Ancora con questa panzana della "fine del petrolio" e conseguente quasi immediata "fine-di-mondo"?
Ancora non si accetta che fra gas naturale, rinnovabili e altre fonti, del petrolio ***come fonte energetica***(altra cosa sono, in parte, i suoi sottoprodotti come le materie plastiche) possiamo fare tranquillamente a meno?
Ancora non si accetta che comunque ci sono ancora enormi giacimenti intonsi (quelli artici ed antartici, ad esempio) che quando servirà/converrà ai "padroni delle trivelle" verranno sfruttati???
Vogliamo parlare di cosa rischia davvero di portare al crollo della civiltà? Sovrappopolazione, inquinamento e cambiamenti climatici caotici, non certo fuffa come la "fine del petrolio"...."
Figurati se non arrivava il solito grullo a rassicurarci che la fine del petrolio è solo una panzana.
Anzi fuffa che assona meglio con truffa.
"Minchioni,non avete ancora capito che i padroni delle trivelle non vedono l'ora di perforate chilometri di ghiacci e di rocce sottomarine per succhiare la prossima fonte di cuccagna?"
E sopratutto nel fresco delle tormente boreali e nella notturna e semestrale calma di quei luoghi? aggiungo io.
Così ci arringa dal suo eccelso pulpito, il grullo.
Anonimo 5 agosto 2016 08.59, hai letto anche solo questo post di cui ti sei appasssionato con furia di commentare?
L'hai capito?
E se l'hai letto e capito, com'é che dici che bastano gas naturale (fonti) rinnovabili ed altre fonti (non meglio descritte) per fare a meno del petrolio, almeno per quanto riguarda l'energia.
Come se fosse uno scherzo rinunciare in breve tempo all'uso ed abuso delle materie plastiche.
Tra l'altro, è meglio non dimenticarsi del bitume, o asfalto che lo si voglia chiamare altrimenti.
Sottoprodotto del petrolio con il quale possiamo viaggiare su strade comode e non polverose o fangose a seconda del meteo.
Qui in questo blog si parla da anni di sovrapopolazione (con una sola p per evitare che diventi davvero catastrofica) inquinamento, cambiamenti climatici caotici, esponenziali ed anche insidiosamente
imprevisti, oltre che di risorse in esaurimento o in via di abbandono per semplice impossibilità d'estrazione economicamente e fisicamente vantaggiosa.
Anonimo 5 agosto 2016 08.59, forse non te ne sei ancora accordo, ma un certo tipo di mondo è già finito da un pezzo, ed è solo a causa di grulli di specie diversa dalla tua, ma non di genere differente,
che stiamo entrando nel mondo che farà strage di molte stupide illusioni.
Per concludere, prova ad immaginare chi sono veramente i padroni delle trivelle.
Anonimi, scanzonati, ignari che per ogni bottiglietta di PET (sigla del polietilentereftalato) buttiamo via una tazzina di petrolio.E se anche ne recuperiamo un ditale con il riciclo, sempre danno evitabile abbiamo fatto.
Una moltitudine di padroncini idioti, che vogliono solo farneticare di diritti senza mai pensare che senza assolvimento a dei doveri è vana ogni protesta.
Ringrazio questo anonimo per l'ispirazione.
Non tutti i grulli arrivano per nuocere in fin dei conti.
Marco Sclarandis
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