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Monday, June 5, 2017

La differenza.

Per chi è in grado ancora di notarla , ma sopratutto per chi non la nota nemmeno più.

"Ci sono volute 85 settimane e 1500 persone per ripulire i 2,5 chilometri di spiaggia di Mumbai, in India, ricoperti da 4 mila tonnellate di rifiuti. Una impresa colossale, guidata da Afroz Shah, giovane avvocato «Campione della Terra», grazie al premio ottenuto dall’Unep, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per la protezione ambientale, per il suo «luminoso impegno civile». 

 Quello che si è da poco concluso sulla spiaggia indiana è stato infatti una delle più grandi bonifiche mondiali. L'intera comunità - dagli abitanti delle baraccopoli alle stelle di Bollywood - si è impegnata in prima persona per restituire alla città, e ai turisti, la fruibilità della lunga spiaggia dorata resa invisibile da cumuli e cumuli di plastica, vetro, lattine e altri rifiuti. 

«Spero che questo sia solo l’inizio per le comunità costiere dell’India e del resto del mondo», ha dichiarato Shah. «Dobbiamo vincere la guerra contro la trasformazione del mare in discarica e dobbiamo farlo sporcandoci le mani. Noi esseri umani dobbiamo riaccendere il nostro legame con l’oceano e non c’è bisogno di aspettare che qualcun altro ci aiuti a farlo». 

 Un bellissimo esempio per celebrare il 5 giugno, la Giornata mondiale dell’ambiente istituita nel 1972 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite.


noemi penna

Pubblicato il 05/06/2017
Ultima modifica il 05/06/2017 alle ore 06:11


http://www.lastampa.it/2017/06/05/societa/viaggi/mondo/giornata-mondiale-dellambiente-da-discarica-a-spiaggia-pi-bella-di-mumbai-ecco-la-seconda-vita-di-versova-beach-iUhH8Q49mM14KATscyj2bL/pagina.html

Di questo fatto mi basta citare l'URL:

http://www.lastampa.it/2017/06/04/cronaca/scene-da-unapocalisse-in-piazza-san-carlo-aiuto-c-una-bomba-e-si-scatena-listeria-jRpBBiP0ZiZuBU1ZLgQa3H/pagina.html

Qui il risultato sono oltre 1500 feriti, dei quali un bambino in coma, una piazza disseminata di cocci e spazzatura,  e, secondo me, che rendere inoffensivi gl'imbecilli d'ogni genere e specie, sia una delle più grandi ed urgenti opere di misericordia.

Marco Sclarandis

Friday, May 26, 2017

Gombòci, Rubìchi, Mandelbroti e Lombrichi.

Gombòci, Rubìchi, Mandelbroti e Lombrichi.

Negli entusiasmanti anni '60 una rinomata ed ancora esistente azienda casearia italiana regalava un pupazzo che rimaneva sempre in piedi, comunque lo si cercasse di abbattere.
L'avevano chiamato Ercolino.

Il suo segreto pulcinellesco era un semplice peso situato e nascosto nella sua base, segreto che comunque rimanda a fondamentali concetti di fisica e di meccanica.

Molti anni più tardi un matematico russo di prim'ordine, Vladimir Igorevič Arnol'd si chiese se poteva esistere un Ercolino che rimanesse sempre dritto, senza il trucco del peso nascosto ai suoi piedi.
Anni dopo ancora, due ricercatori ungheresi, Gábor Domoko e PéterVárkonyi, dell'università di Tecnologia e di Economia di Budapest basandosi sugli studi di Arnol'd sono arrivati alla realizzazione di un oggetto che ritrova sempre la sua posizione diritta, ma solo in virtù della sua particolare forma geometrica.

Il Gömböc, appunto, il cui nome significa semplicemente “sferoidale”.

Anche se la storia di questo “patatoide” ma anche “tartarugoide” è gia interessante di per sé,
date le complesse indagini matematiche che ha richiesto per venure alla luce, è un oggetto similare all'Ercolino, ma d'origine giapponese, l'Okiagari-koboshi, che fa del Gömböc un simbolo
particolarmente importante, proprio per via dei “tempi interessanti” che stiamo vivendo.

Invito solo ad approfondire la storia dell' Okiagari-koboshi per rendersene conto.
E naturalmente, indagando si scoprirà facilmente anche la ragione della parola “tartarugoide”.

Sempre di un Ungherese, Ernő Rubik è l'invenzione del più famoso ed omonimo cubo di Rubik.
Che può essere visto come il simbolo della stupefacente origine e natura della complessità, in senso stretto e allargato.

Complessità che dà altro sfoggio di sé nel cosidetto “insieme di Mandelbrot” scoperto da Benoît Mandelbrot negli anni ottanta del secolo scorso.
Questa volta un Polacco d'origini lituane.

Una formula semplice ma ricorsiva dà origine ad una fantasmagorica figura geometrica, simile
ad un pupazzo di neve, e non dissimile da un Ercolino, ma baffuto ed irsuto, i cui particolari
infiniti ed infinitamente abbondanti ed autosomigliantsi fanno pensare alle allucinazioni da acido lisergico. Figura geometrica che rientra nella categoria dei frattali, dei quali la Natura fa abbondante uso, come chiunque può vedere comprandosi, per esempio, un umile cavolfiore.

E i lombrichi che cosa c'entrano?.

Beh, se l'ultimo libro del maestoso Charles Darwin parla proprio di loro, qualcosa di importante della loro esistenza l'aveva trovato.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di diventare resilienti, ovvero di ritrovare stabilità dopo colpi ed avversità, caos e disordine.
Abbiamo bisogno di capire più a fondo come semplici azioni possono sfociare in comportamenti complessi, potenzialmente distruttivi, ma pure inaspettatamente benèfici.
Dobbiamo ammettere che la nostra esistenza dipende ancora da esseri apparentemente insignificanti come quegli insancabili minatori che tanto hanno affascinato il Principe dei naturalisti.

Allora, un Gömböc, un cubo di Rubik, un frattale come quello dell'insieme di Mandelbrot, assumono un significato che travalica l'oggetto in sé.

Andiamo a cercare dei lombrichi e impieghiamo un pochino di tempo ad osservarli.
Anche se non siamo delle menti geniali come Darwin, può essere che dai labirinti intricati
della nostra, più ordinaria, spunti un tarlo che ci indica la strada da seguire per i giorni a venire.

Marco Sclarandis






















Friday, February 17, 2017

Della vita ogni suo cancello

Allora quand'ero di metà statura
mi sembrava troppo facile
che bastasse una parola sola
detta da quel visionario nazareno
per essere salvati da eterno pianto
e dallo stridere di denti ed anche
istigazione a ripetere il delinquere
infatti era quanto di più arduo esista
in questo mondo di regola e disordine
aspettare la pronuncia di quelle poche sillabe
nulla annienta un umano innocente o reo
quanto una prolungata attesa
e l'insinuarsi dell'idea che il dubbio
sia la materia di cui tutto è fatto
ora che so per certo
che ogni cosa termina
non vedo altra soluzione
che ricevere quella chiave
la cui pronuncia apre
della vita ogni suo cancello.

Marco Sclarandis

Saturday, January 28, 2017

Sei sosia d'uno altrettanto noto?

Ma tu chi sei
sei un volto noto
sei sosia di uno altrettanto noto
che sorridere ci faceva
con un cilindro un po’ ammaccato
bastone e delle scarpe scalcagnate

Perché non parli forse che sei muto
no la tua voce l’hanno conosciuta molti
miliardi ormai
e ancora incanta col suo timbro irato
anche se graffiata da magnetofono obsoleto
anche se artefatta da altoparlante rotto

lo so chi sei

Ma qui tu sai dove noi siamo
d’Ade non ne ha algido e plumbeo aspetto
di Purgatorio nemmeno perché troppo disabitato
poi se fosse cosa temo essere
io qui
senza condanna messoci che cosa ci farei
ancora non sottoposto a giudizio definitivo
Vedo che sbarri tratti sulle tue braccia nude
cinque o sei per volta con linee orizzontali

Sì, sono miliardi d’anni
che in loco devo trascorrere
uno per ciascuno nemmeno uno escluso
di quelli che ho mandato al rogo

Quindi questo non è l’Inferno

No non credo che lo sia

Dimmi sei tu allora
che hai meccanizzato l’annientamento
reso lo sterminio pratica
da svolgersi d’ufficio
sì sei proprio tu
in attesa di espiazione

Attesa

che cosa vuol dire attesa

Niente niente è una parola morta.

Marco Sclarandis








Saturday, December 24, 2016

Auguri!

Prima di partir per Marte
per infiggervi stendardo di Terrestre
innalzare antenna sul presidio
preferirei recarmi nel deserto
che sia Atacama Gobi od il Sahara
e convertirvi una giornata di arenile
ad orto ad oasi anche a pergola
senza pretese da Duce o Imperatore
ma per capire se la Palma il Fico d'India
sarebbero disposti a far ombra all'Insalata
e questa s'accontenterebbe di bersi la rugiada
ma ancora prima di introdurmi nella capsula
di allestire il bagaglio il fuoristrada
vorrei terminare l'anno in gloria
quella più vicina alla baldoria
ed alla frenesia alla furia più lontana
montare un Presepio un Albero addobbare
invitando Capre Cavoli Lupi Contadini
gingilli ninnoli e luccicanti cianfrusaglie
non credo sia desiderio troppo ardito
insana vanità da sàtrapo orientale
anzi mi sembra un simpatico proposito
che sarebbe innocuo anche diventando universale
e poi se dovessi al viaggio rinunciarvi
mi basterebbe una parabola orientata
verso quel pianeta dall'atmosfera inospitale
e captare quella voce di astronauti
arrivati lassù come dei Magi
per sentirmi come un Regalo di Natale
in attesa della settimana che precede l'Anno Nuovo.

Marco Sclarandis

Friday, November 18, 2016

Il clima altera davvero le persone..........

http://www.climalteranti.it/2016/11/12/le-obiezioni-legittime-e-quelle-illegittime/#

# paolo serra on Nov 17th 2016 at 10:32

Non c’è bisogno di grandi scienziati, basta la semplice logica elementare.
La Terra ci ha messo circa 250 milioni di anni per fossilizzare la quantità di anidride carbonica che noi pretendiamo di poter restituire all’atmosfera in poche decine di anni.
250/250.000.000 ovvero un milionesimo del tempo…
Anche mia nonna nata nel 1890 storcerebbe il naso.



# robertok06 on Nov 17th 2016 at 11:51

@paolo serra

Tua nonna sa anche che basta l’1-2% di cambiamento del manto nuvoloso del pianeta per poter piu’ che assorbire (o aumentare, a seconda del segno) l’effetto della terribile e ve-le-no-sis-si-ma CO2?
Le nuvole, proprio quella cosa che, concidenza?, e’ trattata molto male dai modellini dell’IPCC? (*)

Diamine di una nonna, esperta di feed-backs, salutamela. :-)

Riprovate pure tu e nonna.

Ciao.

———–
(*) https://www.ipcc.ch/ipccreports/tar/wg1/507.htm

“14.2.3.1 Clouds

The role of clouds in the climate system continues to challenge the modelling of climate (e.g., Chapter 7, Section 7.2.2). It is generally accepted that the net effect of clouds on the radiative balance of the planet is negative and has an average magnitude of about 10 to 20 Wm-2. This balance consists of a short-wave cooling (the albedo effect) of about 40 to 50 Wm-2 and a long-wave warming of about 30 Wm-2.
—-> Unfortunately, the size of the uncertainties in this budget is large when compared to the expected anthropogenic greenhouse forcing.” <—-

Ipse dixit. La setta.
"Sfortunatamente l'ampiezza dell'incertezza di questo budget e' grande rispetto a quella ATTESA dalla forzante antropogenica."
Case closed.

# Antonio on Nov 18th 2016 at 08:37

@ Robertok06

visto che citi il quinto rapporto dell’Ipcc, allora guarda cosa conclude sul tema, lo trovi nel grafico SPM-5 del WG1 che hanno messo per i decisori politici (e questo vuol dire che è semplice da capire … e uno dei più importanti…).
http://www.ipcc.ch/report/graphics/index.php?t=Assessment%20Reports&r=AR5%20-%20WG1&f=SPM
Hai ragione che l’incertezza è grande (ma come… quelli dell’IPCC non avevano le certezze assolute?? ma perché mostrano le incertezze… qualcosa non torna), ma il valore centrale della forzante negativa cloud è meno di un terzo del totale forzante della sola CO2.
E il vapore acqueo è feedback, non una forzante… http://www.skepticalscience.com/print.php?r=44
ossia quanto ce n’è dipende dalla temperatura, nel link c’è anche un video che te lo spiega
Ripassa i fondamentali, prima di aprire e chiudere i casi a tuo piacimento, mi sembra che la nonna di Paolo Serra è messa meglio 😉

PS
e se poi trovi un modo per togliere il 2% delle nubi… fai sapere




Robertok06, forse Lei deve decidersi similmente al famoso gatto di Schodinger.

Se uscire, non vivo o morto, da questa discussione sul cambiamento climatico , ma confermato o sconfessato.

Allora, o l'aumento della CO2,quello dovuto a trecento anni in progressione esponenziale e con un esponente non proprio insignificante, di uso ed abuso di prodotti carboniosi, ha provocato un significativo cambiamento del clima globale terrestre, oppure no.
Per ora lasciamo da parte altri gas nobili o plebei, questi con il vizio di fare da diodi termici per la radiazione solare (la parte infrarossa) al pari e anche meglio della CO2.

Se no, allora perchè preoccuparsi di  bruciare ulteriormente, pardon ossidare, carbonio, qualunque sia la sua provenienza, fosse anche di sequoie millenarie  o di olii di palme tropicali..
E se no ancora, perchè costruire ancora centrali atomiche, che non sono proprio il meglio della semplicità di costruzione, d'uso ed esercizio oltre che ad avere dei problemi di dismissione non proprio elementari.Oltre che a fornire tuttora una parte assolutamente minoritaria dell'energia globale ed elettrica e termica in particolare.E inoltre di affannarsi per ricuperare il massimo di quella sfuggente e capricciosa radiazione solare, frutto pure di una reazione nucleare e infestata da raggi ultravioletti, ed ultraultravioletti e pericolosi frammenti atomici, appena appena filtrati da una fragile atmosfera.
Per minoritaria intendo dire meno del dieci  per cento.
Ma questa percentuale è il mio concetto di "minoritario".
Magari per un altro "minoritario" è il 49,9 (quarantanove virgola nove) per cento.

Se sì, allora siamo nei guai seri ed urgenti.
Per vari e complessi motivi, ma non da sottovalutare.
E se sì, allora ancora, si possono spiegare molti dei comportamenti irrazionali, paranoici,  psicotici e schizofrenici, omnipresenti, in ogni ceto e censo sociale,  perchè la paura di aver commesso un errore potenzialmente irreparabile, esalando troppa CO2
sembra stia davvero cominciando a produrre incresciosi effetti.
Uno di questi, di non riuscire a credere più a nulla, tranne che con la fede in una arbitraria convinzione, ottenuta attraverso moltissima superstizione e pochissima scienza sperimentale. 

Ci sarebbe anche il "Forse".
Ma appunto, se questo forse viene ritenuto insignificante, tanto vale fingere che nulla sappiamo e nulla c'interessa di sapere.
Quindi, ossidiamo carbonio e scindiamo altro ossido d'uranio.
Tanto come disse quel famoso economista, " fra cento anni saremo tutti morti "
(quasi tutti, per essere più precisi)

 Per mia insindacabile ubbìa e carattere, non risponderò ad alcuna replica a questo mio commento.
Marco Sclarandis

 # marcoon Nov 18th 2016 at 10:18

Errata corrige in extremis, non sia mai che qualche malintendente capisse che desidero la morte per avvelenamento pure, del signor robertok06.
“Se uscire, ma non vivo o morto, da questa discussione sul cambiamento climatico , bensì confermato o sconfessato).
Invece che:
Se uscire, non vivo o morto, da questa discussione sul cambiamento climatico , ma confermato o sconfessato.

Anzi, un saluto e lunga vita a Lui, così che ci si possa divertire a far polemiche scarsamente fruttuose.


Marco Sclarandis.

Thursday, November 10, 2016

In cenere potrei ordinare

Socchiusi gli occhi sul prato come vacca
rumino disteso accoccolato nel divano
mi vedo come un satrapo dentro la fusoliera
conto le odalische e mi sovvengono cipolle
e dei veli da togliere per giungere alla gemma
ricordo come una volta ogni decollo mi faceva
sentire come un pari dell'Olimpo un Apollo
ora dalla noia solo il chiasso della folla
mi distrae e dalla cupa sentenza dell'anagrafe
gonzi mi verrebbe tutti da insultarvi
neanche pesci tonti avrebbero abboccato
alla messinscena nemmeno a carnevale
avete preso il mio cognome scritto cubitale
per bandiera da condottiero sventolata
in marcia trionfale verso un Eldorado
ora siedo in trono m'inquieta questo scettro
se m'inciampo e sbatto il capo in cenere
potrei ordinare vengano ridotte terre siberiane
oddio la caffettiera bastarda m'ha fregato
mi toccherà anche il tinello ripulire
ma un quarto d'ora celebre son stato
temo la notte e i sogni che contiene
li affronterò da prode cavaliere
fino ad oggi mai sconfitto.

Marco Sclarandis

Wednesday, November 9, 2016

Io sono un razzista razziale

Introduzione al preambolo.
"Le popolazioni di origine africana hanno una sensibilità alle infezioni diversa da quelle europee: questa differenza, ben evidente nel genoma, è il risultato della selezione naturale, come dimostrano due diversi studi pubblicati sulla rivista "Cell". Gli europei, in particolare, hanno una risposta infiammatoria meno intensa degli africani, e portano nel DNA l'impronta dell'incrocio con i Neanderthal"
Riporto dal sito di "Le Scienze".Ottobre 2016 se ricordo bene.

Io sono convinto che le razze umane esistano, eccome.
Ma non sono quello che i razzisti credono che siano.In genere, perchè anche di razzisti ce ne sono di razze diverse,il razzista diciamo ordinario, crede che vi sia una razza superione e che le altre siano tutte inferiori, alla sua ovviamente.
A salire, di gerarchia in gerarchia, fino al razzista eccelso, che ovviamente ammette solo sè stesso come unico rappresentante della sola vera razza possibile e desiderabile.

E che è costantemente roso dal dubbio che accoppiandosi con una femmina 
la sua razza si corrompa nella progenie.

Non mi dilungo qui ed ora sulle altre razze di razzisti perchè l'argomento è troppo comico per poter proseguire la mia argomentazione con un minimo di serietà.
 

Io sono invece un razzista che crede che vi siano razze diverse d'individui, il che rende veramente improba qualunque classificazione.
Ma dovendo semplificare per ottenere almeno un minimo d'ordine in questa aggrovigliata faccenda, ritengo che vi sia un trio di razze umane fondamentali.
E qui, finito il preambolo, siccome fra razze ed estinzioni c'è una parentela indissolubile, il trio mi pare rappresentato da chi vive come se non appartenesse all'unica reale esistente razza umana, chi vive come se questa dovesse essere rigenerata a partire da quella esistente e chi vive aspettando a che razza di conclusione arrivino le due razze appena menzionate, per poi dichiararsi appartenente a quella che risulterà vincente.
 

Vi sono poi specie e sottospecie, varietà e bizzarìe ma la regola fa la razza, 
le eccezioni la confermano.
Molti indizi, persistenti e in aumento, portano a credere una parte di fedeli, che anche di fedeli ve ne sono razze varie, che la rigenerazione è in atto.

Ma difficilissimo è capire con quali fondi di magazzino verrà riaperto il nuovo mercato delle razze umane.
Davvero sguscierà una reale razza superiore alle altre, presenti e passate?. E future anche.
Dico future perchè potrebbe questa estinguersi per lasciare il posto ad un'altra.
Ma allora sorgerebbe il dubbio se essa sia stata veramente superiore alle altre, perchè la sua superiorità non era in tutto, essendo deficiente nella longevità.
E' una faccenda tanto complicata quanto appassionante, almeno per razza di gente come me.
 

Peccato che il suo svolgimento potrebbe richiedere un tempo un po' piu lungo di una generazione, anche se non molto di più.
E non credo che i miei telòmeri abbiano sufficiente pazienza.
Per intanto voglio vedere questo tale rozzo individuo appena acclamato a furor di folle, 

è il caso di dirlo, dove porterà quella razza di sedicenti paladini della libertà democratica, affinchè diventino di nuovo un grande paese.
 

La Storia, siccome è Gran Maestra e sa d'avere pessimi allievi, sopporta tutto armandosi d'ironia.

Marco Sclarandis.

Friday, November 4, 2016

Surrealcrazia

Quello che sta avvenendo negli Stati Uniti d'America lo definirei elezioni surreali di una democrazia surreale.
Tra un anno qualcuno ne trarrà la solita fiction.Con sequel al guinzaglio.
Ma anche qui non siamo secondi a nessuno in merito alla surrealtà.
La realtà é un terremoto catastrofico.
La surrealtà é un governo ed un parlamento che gli va dietro, ed 

entrambi che sembrano recitare a teatro la realtà di un terremoto che accade 
in un paese come l'Italia.
Con l'aggiunta che nel momento in cui lo spettatore capisce che c'é qualcosa di veramente strano, gli attori dichiarano apertamente dal palco che nessuno si é preparato e ciò 

che é messo in scena sono solo delle prove.
Se tutta questa sceneggiata, comprendente attori e spettatori, terremoti simulati compresi 

fosse visibile in un teatro, il tutto sarebbe anche divertente.
Finito lo spettacolo si tornerebbe a casa pieni di quella sana soddisfazione 
che accompagna anche un rito apotropaico ben officiato.
Ma questo, é reale surrealtà.
Non si sa più come separare l'una dall'altra.
O far si che qualche regola conosciuta permetta di distinguerle e controllarle.
Comunque, per fortuna, ci sono molte più sceneggiature nella materia inanimata ed animata 

di quante ve ne siano nella mente folle di qualsiasi sceneggiatore. 


Marco Sclarandis

Wednesday, November 2, 2016

..."la distribuzione delle risorse avviene"....

..."la distribuzione delle risorse avviene"....

Già il problema è che la distribuzione delle risorse avviene non pensando alle priorità del genere umano ma alle priorità dei singoli che di queste hanno il controllo. In altre parole ho i fantistiliardi di $ che impiego per i miei sogni senza badare se il mio sogno calpesta quello di multiduini
Reply

Climber, immagina che cosa succederebbe, se anche solo una cellula su un milione del nostro organismo, si comportasse da un giorno all'altro come se credesse d'essere un signorotto d'un feudo medievale.
Patiremmo una morte orrenda. Se non altro breve.
Mi ripeto a costo d'annoiarmi ed annoiare.
Ma non vedo altro modo per superare vittoriosamente questo punto critico dell'evoluzione umana, se non considerandoci un solo organismo, insieme a quello della intera biosfera.
Anche se il cambiamento climatico non fosse causato dalla nostra specie, a patto di credere che esista, cosa a cui ancora molti non credono,ormai dobbiamo solo adattarci ad esso.
Agire come se vivessimo ognuno su un pianeta proprio, non credo che sia la soluzione.
Già, a proposito del denaro, ricordarsi che è un simbolo di altro, anche solo una volta al giorno, sarebbe una buona azione.
Quanto denaro vale la Terra?
E' possibile rispondere a questa domanda?
Ma quanto vale la Luna, il Sole, e via via farneticando, l'Universo intero?.
Esiste forse una banca universale dov'è depositato il denaro corrispondente al valore dell'Universo, quello conosciuto, peraltro?.
..."la distribuzione delle risorse avviene"....
No, non è che avviene, ma siamo tutti noi, nessuno escluso, che facciamo in modo che come tu dici, avvenga, in un certo modo.
Mi ripeto ancora una volta, l'attuale super-organismo umano pare sia proprio affetto da una metastasi terminale.
Ognuno per sè e un dio per ciascuno, per chi ci crede.
Ma covando allo stesso tempo un desiderio di guarigione immenso tanto quanto quello di annientamento.
Niente di assolutamente inedito, nella storia umana. Anzi.
Solo che ormai tutti i punti sono disposti a formare un cerchio.
Quindi qualsiasi figura o sta nel cerchio o ne sta fuori.
Oppure ancora bisogna adoperare una geometria diversa, per risolvere il dilemma.

Marco Sclarandis.

Monday, October 31, 2016

Salutiamoci ora

Salutiamoci ora pietre fedeli amiche
siete state per noi in piedi a lungo
per farci da riparo alle intemperie
per duellare con bellezza primigenia
di rupi di aisberghi di vulcani 
docili nelle nostre mani prensili
non potevate con la sola calce
resistere all' inquietudine terrestre
non potevate con la catena l'arco 
il contrafforte reggere a cupa furia
anche se  figlie sue ne siete
come rosei arbusti vi ripianteremo
boccioli turgidi rimpiazzeranno secchi
troveremo innesti più robusti
scuota la Terra la sua crosta vellutata
si faccia attirare da gravida Selene 
vinceremo con tenace ingegno la paura 

Marco Sclarandis


Wednesday, October 26, 2016

Dedicate a Paolo dell'Elce e a Evgenia Tolstykh

Noi steli e rami e tronchi
ci prendiamo lo spazio sufficiente
perché l'altro è per gli altri
per la luce per il volo
voi che camminate sopra il suolo
non troncateci tratteneteci
intrattenetevi con noi
se credete d'avere un'anima
in noi con ogni senso la potete
vedere toccare gustare udire
annusare tutta intera vivere.

Non dirmi Spazzatura
Come se fosse lebbra
ieri ero sulle tue labbra
desiderio da esaudire
oggi che cos'è successo
che duramente mi rifiuti
non abbandonarmi
fammi diventare creta
per nuova cornucopia
riusami rifondimi
riscrivimi fra le righe
invasami che io risorga
ornamento vivo a primavera.


In special modo alle loro immagini,  La selva chiara ed Entrevu.

Marco Sclarandis

Monday, October 24, 2016

Di cielo in cielo attraverso la cruna d'un ago.

La forzante del figlio unico è già in atto da tempo.
E sta diventando una scelta obbligata via via che che la razzia planetaria di Homo Sapiens sapiens prosegue e aumenta.
Solo l'inerzia anche in queste faccende presente ed operante,confonde con le apparenze.In primis africane ma molto probabilmente temporanee.
Non so ancora quante ore di vita mi toccano se ventiquattro o diecimila volte tanto.A volte sono indeciso se accettarne la misura minima o quella massima.
Comunque sia, un solo figlio per tutti é solo una condizione necessaria ma non sufficiente per rimediare agli errori commessi nel secolo scorso.
Sempre che non scopriamo che questi sono davvero irreparabili e quindi fatali.
Se così fosse, chi non sarebbe tentato di mettere al mondo degli spettatori per assistere insieme a loro alla fine del mondo? Nell'accezione di mondo umano é ovvio.
Certo il prezzo non potrebbe essere che adeguato allo spettacolo, unico irripetibile e tragicamente meraviglioso.
E in più sapendo che tutti ne siamo stati produttori, registi ed attori.

Marco Sclarandis.

Rispondi


"Gli esperti dicono che la popolazione ideale è al di sotto dei 2 miliardi; noi invece siamo 7,5 e in crescita" :
Io invece credo che la popolazione ideale è al di sotto dei 50 milioni.
Diecimila anni fa, eravamo solo 5 milioni, per cui mi sembra di usare la manica larga.

Gianni Tiziano

Rispondi

(in attesa di pubblicazione,per ora, alle ore10 del 24 Ottobre 2016):


Madre Terra, un milione d'anni fa Homo Sapiens sapiens* non esisteva neanche.
E in qualsiasi momento potrebbe scomparire, senza aver mosso un dito.
Il nucleo della Terra e quello di una stella che nemmeno sappiamo dove si trovi potrebbe annientarci e far sì che il resto non sia nemmeno memoria.
Che tu creda ai quarantanove milioni, é la tua fede e come tale, per certi versi é indiscutibile.
Io credo invece che anche il doppio degli attuali HSs*potrebbero vivere e a lungo, centinaia di millenni ancora su questo pianeta.
Ma dovrebbero mutarsi in esseri differenti, pochissimo nella forma, enormemente nella sostanza.
Anche gli esperti, credono con la loro fede, come me e te .
E quelli che nemmeno ne hanno una, e sono molti, perché certi giorni credono alle banche certi, altri all'oroscopo e via dietro al pifferaio magico che arriva di volta in volta sotto la loro casa, quelli chissà a che cosa credono al riguardo.
Probabilmente alla celebre esortazione da strillone del circo:
"Venghino siori! entrano! che più gente c'è più bestie si vedono!"
Senza dover professare solennemente alcun credo, ma guardando ai molti fatti ormai più che evidenti, e certamente veri, per quanti siamo ora, per quello che facciamo e sopratutto che desideriamo fare nel futuro prossimo e poco più lontano, per metà di noi é già stata proclamata dai fatti la condanna a morte.
Da eseguirsi con ogni mezzo, senza esclusione di quelli più osceni e raccapriccianti.
Eppure, in questo clima da ascesa d'impero infernale, possiamo sempre inceppare il meccanismo della cerimonia imperiale, sopportandone le conseguenze.Questo mio atto di fede discende dalla presenza di tutte le anime vissute e che vivranno passate e che passeranno di qua.
Abitanti quel vuoto internucleare ed interspaziale che come sembra,è puro spreco di atto creativo, ma forse potrebbe essere invece necessario affinché la realtà quotidiana esista.
Se ci chiediamo ancora quanti angeli possano danzare sulla capocchia d'uno spillo o tuffarsi da un cielo all'altro attraverso la cruna d'un ago, allora ancora molti possono vedere quali sono i sentieri che portano al Paradiso.


Marco Sclarandis


Sunday, October 23, 2016

Gomboc, (nogomblotto!)

Voglio proporre una particolare analogia tra le chimere, gli zombi, il totalitarismo ed uno oggetto fisico dalle particolari proprietà geometrico-matematiche.Magari anche due
Oggetto che conquistò la copertina di Le Scienze del Maggio 1981, numero 153.
Già non è facile rimetterlo a posto con tutte le facce dello stesso colore nella condizione di massimo ordine, ma se qualcuno lo smonta e scambia anche solo uno spigolo o un vertice con un'altro, e se le facce non sono presentate in ordine, diventa difficilissimo accorgersi della manomissione.
Immaginiamo allora l'antroposfera simile ad un particolare cubo magico (nome dato in quella copertina al cubo di Erno Rubik).

Fisicamente, il cubo, è possibile metterlo in qualsiasi tipo d'ordine o disordine.
Si sottintende che lo stato di ordine sia quello con ogni faccia dello stesso colore.
Smontandolo e rimontandolo possiamo creare ordini iniziali di qualsiasi tipo, entro certi limiti,ovviamente.
Non esistono impedimenti fisici,leggi fisiche, nel far questo.
Ma la scelta d'un ordine iniziale, pur essendo riconducibile ad una legge fisica, dipende dal desiderio dalla mente, dall'azione di un essere umano.(Lasciamo perdere un robot umanoide che ci metta gli artoidi o le pinze).

Ecco allora che possiamo vedere come miliardi di menti umane stiano comportandosi in maniera illogica e letalmente irrazionale, nel manipolare gli strumenti necessari per proseguire una lunga vita sul pianeta Terra.
E, le facce della "Sfera isomorforubika" se possiamo chiamarla in questo modo, sono molto più che 54, (3x3x6).
Quindi, moltissimi non si rendono nemmeno conto e in un modo irrimediabile, che é impossibile ottenere un certo ordine finale partendo da un certo ordine iniziale.Rigirare e rigirare le facce non serve a nulla, se qualcuno ha manomesso l'oggetto e noi non riusciuamo ad accorgercene.
Eppure se soltanto maneggiassero il cubo di Rubik, capolavoro di creazione di complessità
da un minimo di semplici azioni,potrebbero capire quanto erronea sia la loro visione del mondo 
e delle conseguenze da questa derivantesi.

L'altro oggetto è il Gomboc, una strana patata che ritorna sempre in piedi, comunque sia gettata 
e fatta rotolare per terra.Ma che nasconde un segreto molto più affascinante di quei giochi regalati insieme ai formaggini , negli anni sessanta.Anche questo oggetto, frutto del lavoro di due ungheresi stimolati dalla teoria di un russo.
Troppi vogliono vivere come zombi, illudendosi così di realizzare delle chimere.
Ma la dittatura dei fatti, cioè delle leggi fisiche, che permette alcune cose, nulla può per obbligare per costringere tali zombi a destarsi, se non lasciare che la morte reale li ghermisca.
E forse un attimo prima, ma troppo tardi, si risveglino.

Marco Sclarandis

Gap Orion, quanto m'ispiri.

Martedì 16 Agosto 2016
Riscaldamento globale: nuovi provvedimenti del governo!
Posted by Ugo Bardi


Per fortuna, il governo sta prendendo provvedimenti: per cominciare, ha eliminato dal palinsesto di RAI-3 il programma Scala Mercalli che era l'unico rimasto a discutere di questi argomenti.

Non siete contenti di avere un governo che si preoccupa così tanto del vostro benessere mentale?

Se però pensate che il governo dovrebbe anche preoccuparsi un po' del vostro benessere fisico, potete firmare una petizione per riaprire il programma di Luca Mercalli

Gaporion 17 agosto 2016 23:54
Con azioni concrete, nello stile di vita quotidiano e in politica. Bisogna tener conto che lo stato di cose vigente si erge a legge, quindi qualunque atto che gli vada realmente contro tende a definirlo fuorilegge, ergo, spessissimo per cambiare lo stato di cose vigenti ci si vede costretti a commettere reati anche se animati da propositi pacifici. Pure gandhi e martin luther king, anche se dichiaratamente pacifici e non violenti commisero parecchi reati per cambiare lo stato di cose vigenti. Quindi lo sciorinare dati in dotti simposi o su interessantissimi blog non cambia una virgola, così come trasmissioni fintissime dove si sponsorizzano, aggratis peraltro, multinazionali tipo toyota o impregilo servono solo a chi le conduce e alle multinazionali che trovano imbianchini mediatici felici di dargli una mano di green washing. Vuoi cambiare lo stato di cose vigenti? Fonda e promuovi comunità basate su altri principi che non siano il consumo e la crescita infinita oppure metti i bastoni fra le ruote in maniera concreta ai padroni del vapore, o meglio ancora tutti e due. Sennò resta a fare domande retoriche con tono spocchioso su interessantissimi quanto inutili blog.

Alessandro Fossati 18 agosto 2016 14:29
@gaporion: "Con azioni concrete, nello stile di vita quotidiano e in politica". Concordo.

Sicuramente io e tanti altri che leggiamo la buona informazione di questo blog. lo facciamo per trovare una nostra via concreta di vivere e convivere, magari contrastare, coi cambiamenti epocali cui assistiamo, non solo per passare il tempo. Informazioni ed azioni possono andare a braccetto.

Non ho mai visto "scala Mercalli" non guardando la tv però il canone lo pago e gradirei che lo si usasse anche x informare i tanti fruitori di problemi epocali come il GW, non solo del circo del momento (le olimpiadi! I mondiali! Expo!) o dell'ultimo fatto truculento di cronaca della sonnacchiosa provincia italiana.

Scala Mercalli non rallenterà certi processi ma sicuramente non li peggiora quindi a che pro chiuderlo? Forse che da sempre i "padroni del vapore" non cercano anche di mantenere il controllo dell'informazione? Così a memoria mi vengono in mente le biografie autocelebrative degli imperatori romani.
Saluti.


Gaporion, dal tuo piccante sermoncino del 17 agosto 2016 23:54, mi pare di capire che questo blog faccia parte proprio della categoria di quelli interessantissimi ma inutili.
E allora perché ci vieni a commentare?
Per renderlo più interessante ma altrettanto inutile?
O più utile anche se magari meno interessante?
O solo per dirci qualcosa che detto tra noi, che questo blog lo si frequenta da tempo, ci ripetiamo proprio per esortarci vicendevolmente all'azione concreta, ognuno a suo modo?

Poi, cita pure la trasmissione secondo te fintissima con il suo nome, "Scala Mercalli".Luca Mercalli, te ne sarà riconoscente.
Come insegnava il Vate: Anche malissimo purché se ne parli.
E se ti prude e ti irrita che sia sponsorizzata dalla Toyota e dalla Impregilo, sai, questo mondo é pieno di zizzania, ma incauto é, chi preso dalla fregola di ottenere immediatamente un mondo perfetto si china immediatamente ad estirparla in mezzo al frumento.
Senza spocchia, specchiati saluti.

Marco Sclarandis