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Sunday, October 31, 2021

MMQ

 

 

Da qualche tempo comincia a serpeggiare l'idea che lo scopo principale delle vaccinazioni anticovid siano parte, almeno, di un piano per diciamo così, "sfoltire" la presente popolazione umana.                 Se così fosse varrebbe la pena chiedersi quanti individui dovrebbero lasciare questo mondo, e con un certo anticipo, ovviamente.E' sottinteso che l'entità di questo "sfoltimento" deve, si fa per dire "valer la pena", almeno per chi avrebbe escogitato questo piano.

La stima della popolazione attuale è di circa sette miliardi e mezzo, quindi, su questo numero bisognerebbe, sempre si fa per dire, ragionare.Azzardiamo una cifra.Un milione di morti giornalieri.     Ecco spiegato il titolo in forma di acronimo del titolo di questo post.La Q sta per Quotidiani..........          Quindi, trecentosessantacinque o trecentosessantasei milioni di morti all'anno e di consequenza tre miliardi e rotti ogni decennio, sempre che il piano "funzioni alla perfezione". Ah, è sottinteso pure che lo "sfoltimento" sia al netto delle nascite, altrimenti "la vasca"dove sguazzano gli indesiderati invece di svuotarsi traboccherebbe lo stesso.

Ad essere più maliziosi, il virus stesso sarebbe stato fabbricato a tale scopo.Se così fosse ancora, per il momento i risultati sarebbero piuttosto modesti ma può essere che tutta la faccenda sia più complessa di quanto appare a prima vista.Allora, si crea un virus capace di causare una pandemia, poi, a pandemia conclamata si creano dei vaccini per convincere mezzo mondo a vaccinarsi, ma siccome la pandemia ha creato un pandemonio economico, finanziario e sociale, questo pandemonio dovrebbe servire proprio a creare le condizioni psicologiche di massa per raggiungere quello "sfoltimento" che ho citato prima.Ma quando si scende a considerate i dettagli dello "sgombero"viene fuori il fatto che bisognrebbe almeno preventivamente munirsi di sufficienti becchini e che siano fedeli alla missione fino alla morte, appunto.Ma questo è solo uno di numerosissimi dettagli, magari non tutti sarebbero disposti ad accontentarsi di un funerale con fossa comune e rito collettivo, e tanto peggio tanto meglio, potrebbero osare ribellarsi.

Sembrerebbe che sia tutto chiaro, forse, ma io credo invece, che la realtà dei fatti sia più complessa ancora, anche se si può riassumere in due concetti molto semplici.Tanto semplici quando difficili da accettare nelle loro conseguenze.Il primo è che se tutta la fisica tuttora conosciuta ha delle fondamenta comunque solide, allora per davvero siamo riusciti a cambiare il clima della Terra. L'altro è che noi siamo l'unica specie che cerca ossessivamente e coscientemente di superare qualsiasi limite che gli si para davanti.La stranezza, veramente bizzarra, è che molti di noi, sotto sotto, non vogliono proprio credere che siamo riusciti a cambiare il clima terrestre.La loro litanìa a sostegno della loro incredulità, recita: "Il clima é sempre cambiato!" 

Non li turba per niente che solo molto di rado ci metta secoli e addirittura decenni per cambiare. Comunque, purtroppo o per fortuna, il clima non si può cambiare come un paio di mutande, e tanto meno con la stessa sveltezza.Che noi ci siamo riusciti è più simile ad un maleficio che ad un meraviglioso prodigio.I dinosauri non hanno cambiato il clima, nemmeno invocando essi stessi lo schianto di un asteroide.A meno che la paleontologia non sia tutta una farneticazione tra ubriachi.

Ma gli stessi increduli, che cominciano a intuire quanto il cambiamento climatico si stia rivelando reale, drammatico e con tendenza al catastrofico, s'ingegnano per credere a chissà quali magie tecnologiche che possano, in tempi utili s'intende, riportare il clima alle belle ma ormai perdute stagioni.                Ora, c'è un nesso fra la teoria dello "sfoltimento" o ancor meglio "sfollamento coatto" e il clima attuale?

Credo proprio di sì e sarebbe semplicemente questo:                                                                              Ogni clima terrestre, in vari tempi  modi ed estensioni, ha costretto tutte le specie viventi ad adattarsi senza consultarne preventivamente nessuna.Noi siamo l'unica, a quanto pare, che abbia avuto il privilegio di accorgersi degli indizi di tale cambiamento, ma a causa della sua peculiare natura, refrattaria all'accezione di qualsiasi limite, ha preferito e tuttora preferisce affrontare il cambiamento come se fosse una sfida simbolica, dove basta dare un nome alle cose per dominarle.                     Questo modo d'agire funziona, ma solo fino ad un certo punto, o guarda caso, limite.Le parole sono pietre, si dice ma senza piccone mazza e pala restano parole.

Ecco allora, che siccome tutto è collegato con tutto, sebbene con intrecci sottilmente vari e complessi, l'idea che qualcuno, qualcosa o chissà cosa, ci voglia ci voglia far sloggiare da questa Terra è tutt'altro che campata per aria.Anzi aleggia proprio nell'aria stessa che respiriamo dalla culla alla tomba.Una parte su duemila, una oligarchia molecolare, anzi un ristretto clan di oligarchie molecolari sono quel qualcuno, che ci sta mandando l'ingiunzione di sfratto e coatto pure. Poi, come la Storia insegna, ci furono individui illusi d'essere onnipotenti fino a credersi immortali, almeno come stirpe, e ce ne sono ancora fra noi. E grazie alla condiscendenza di miliardi di più miti mortali individui fanno sì che uno valga per duemila, chimicamente e politicamente.Oligarchia molecolare? Eccola:

Quando il biossido di carbonio, il metano e altri affiliati gas ad effetto serra, supereranno quella soglia di una parte su duemila, anche l'ordinariamente mansueto vapor acqueo diverrà ordinariamente irascibile come un elefante in estro. Allora sì che il clima farà davvero la cernita fra chi sarà sommerso letteralmente parlando, e chi a carissimo prezzo, salvato.Per ci vuol credere, nelle nubi dei cicloni degli uragani dei tifoni, nelle torride atmosfere che cuociono gli alveari urbani volteggiano gli immateriali elenchi di quella cernita. Possiamo ancora depennarne molti.

Volendo.

Marco Sclarandis




 





Monday, February 15, 2021

Ode per due rivali

 Mi sembra d'aver colto un dialogo

più antico dei magmi dei deserti

nella lingua arcaica indistinguibile

dai suoni dell'infrangersi di onde

precedenti a quelle dei flutti attuali

devo dirne per non credermi impazzito

proveniva da due di quei fratelli

della famiglia primordiale sorta

dall'addensarsi di vuoti e pieni eterei

potrebbe esserci stata corte d'uditori

animati da oscure emozioni elementari

ma i due discutevano di numeri

uno di quanto dal tre ereditasse gloria

l'altro dal sette avrebbe ottenuto regno

solo su 'l due si misero d' accordo

perché entrambi ne erano impregnati

ma io disse sono sesto e tu nemmeno

sei settimo ma solo quattordicesimo

vedrai quante meraviglie saprò fare

con quanti saprò legarmi e contrattare

in modo da conciliare aspri opposti

tu invece mi pare sei poco malleabile

ti ritroverai a startene di sasso e mai

sarai parte di soave fiore e viva mente

incassava nel silenzio l'umile elemento

l'arroganza dell'interlocutore tronfio

ricordati in un futuro secolo vedrai

troppo su di te esseri a te affini

avranno fatto incauto affidamento

tu diverrai respiro torrido per essi

malediranno la tua truccata cornucopia

il Sole farà di me sire d'un reame

dove il lampo delle nubi sarà domato

ed io con la mia friabile durezza di Silicio

simulerò il pensiero che tu Carbonio

credevi sarebbe stato inimitabile.

 

Marco Sclarandis


Wednesday, March 20, 2019

La domanda di Davide............................

 Il (lungo) prologo su:

https://aspoitalia.wordpress.com/2019/02/23/tutti-in-maschera-alla-carnevalata-della-crescita/#comments




Davide | marzo 19, 2019 alle 7:14 pm | Rispondi   

Marco, una sola domanda. Dici di credere al riscaldamento indotto dall’uomo con le sue emissioni “come alla morte”.
Quindi una certezza pressochè totale.
Esiste un fatto in grado, potenzialmente, di farti cambiare idea?
Cosa sarebbe necessario?
Quale manifestazione fattuale servirebbe, in quale arco di tempo, per farti dubitare di tutto l’impianto teorico?
Non capisco la domanda sulla “catastrofe entomologica” e gli studi scientifici.
Prendo atto di certe misurazioni. Stabilirne cause e dinamica mi pare più complicato (ed ho commentato anche su questo, non trovando affatto convincente quanto esposto).
Stia pur certo che, se qualcuno volesse proporre provvedimenti come li propongono oggi sull’anidride carbonica, sarebbe mia premura spulciarli per verificare la loro affidabilità.
Nel frattempo, mi adopero per difendere la natura dalla sua reale distruzione, fatta di sostanze realmente inquinanti,
fatta di cementificazione selvaggia di troppo verde (anche se per fortuna la dinamica di boschi e foreste nel complesso non è così male –
spesso trovo foto di posti che frequento di decenni fa, di un secolo fa, ed è impressionante la maggior quantità di alberi oggi presente), e di una popolazione umana che cresce troppo.





Marcosclarandis | marzo 20, 2019 alle 7:32 am | Rispondi   
Il tuo commento deve ancora venire moderato.

Davide, la mia risposta alla tua prima domanda è: nulla.
Nulla di quanto credo  possa accadere, date le conoscenze fisiche attuali.
E quelle prevedibili entro il secolo in corso.
E di ciò che ho vissuto finora per oltre mezzo secolo.
Ma,chi vuole fidarsi di questo tizio, e consimili, faccia pure:
https://www.modenatoday.it/attualita/prof-franco-battaglia-contro-greta-riscaldamento-globale-2019.html
Peccato che stia facendo dichiarazioni pubbliche "molto impegnative" diciamo così, su persone che potrebbero portarlo in tribunale a dimostrarle, se ne è capace.
Leggi questo, ( che contiene tutte le incaute dichiarazioni ).
https://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/greta-thunberg-prof-contrario-1.4498749
Tu (Lei) mi dici:
"Stia pur certo che, se qualcuno volesse proporre provvedimenti come li propongono oggi sull’anidride carbonica, sarebbe mia premura spulciarli per verificare la loro affidabilità".

Spulciarli?

Tolte le pulci, se rimane il cane ed è pure ringhioso, conviene stare molto attenti che non ti morda, anzi non t'azzanni alla gola.
Caro Davide è iniziata l'era del panico planetario, finalmente.
Ma non è una situazione troppo desiderabile e confortante, purtroppo.
E' da duecento millenni che ci siamo adattati al clima, ma questa volta
non sarà come le altre.
Questa volta pare proprio che il clima ci abbia lasciato fare, e quello che abbiamo fatto non è altro che creare un clima che si divertirà parecchio a vedere come ci adatteremo.
Non hai capito che cosa significa  “catastrofe entomologica” ?
Dai, sù non dirmi che non ci arrivi.
Mai sentito parlare di morie generalizzate d'insetti , api, farfalle , imenotteri, ditteri coleotteri  ed artropodi vari?
Sei giovane, mi sembra.
Non ti scoraggiare.Se lo fanno quelli come te, tutto è perduto.

Marco Sclarandis.

Wednesday, March 13, 2019

Ferruccio e le inutili piaghe bibliche.

 https://ugobardi.blogspot.com/2019/03/un-romanzo-di-climate-fiction-i-gemelli.html

sabato 9 marzo 2019

Un Romanzo di Climate fiction: I Gemelli del Cosmo
Posted by Stefano Ceccarelli



Ferruccio12 marzo 2019 15:59

Forse qualcosa si muove a livello di consapevolezza, visto da dove inaspettamente, almeno per me, arriva il richiamo.
L'impressione, però, è che siamo in colpevole ritardo e che i margini di manovra per salvare la civiltà umana su questo pianeta siano molto ristretti, ammesso che sia tecnicamente fattibile. Purtoppo la maggior parte della gente non ha la più pallida idea del proprio impatto ambientale e di quanto la civiltà dei consumi porti alla distruzione degli ecosistemi da cui dipende la sua stessa capacità di sopravvivenza, ma vuole prosperitá e crescita. Se appena appena si contrae l'economia, che intacca i presunti livelli di benessere raggiunti a scapito delle altre forme di vita, scattano rivolte (vedi i gilet gialli, che non vogliono certo tornare a un maggior equilibrio con le risorse disponibili, ma il BAU) o soluzioni come la Brexit o Trump o più temperate (per il momento), come in Italia col governo gialloverde col quale si è in qualche modo arginato il malessere (che promette comunque crescita essendo perfettamente incardinato nel Sistema economico imperante, senza esserne veramente alternativo pena il linciaggio e pur essendo apprezzabile quantomeno il tentativo di superare le ideologie). Tali pseudo soluzioni segnalano una volta per tutte l'incapacità delle classi dirigenti, ancora ferocemente legate alle logiche del progresso del Novecento basate sui fossili (progressisti o conservatori poco cambia), di comprendere la radice vera dei problemi, un totale rifiuto delle conoscenze scientifiche e una visione antropocentrica assolutista.
Forse solo le piaghe bibbliche di avvertimento potrebbero scuotere le coscienze o forse più probabile innescare guerre alla ricerca del capro espiatorio o di Serre più illusoriamente vivibili.

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/istituzioni/2019/03/12/mattarella-siamo-sullorlo-della-crisi-climatica-globale_f5f8cace-9065-4a3b-bc54-7b1d09b0d59b.html
Rispondi.


"Ferruccio, per accettare i limiti impostici dalla Natura, noi Homo Sapiens sapiens dobbiamo comportarci contrariamente alla nostra stessa natura, che ci porta con ogni mezzo ad oltrepassare ogni limite, sempre, comunque e dovumque.Costi quello che costi.
Naturalmente, e non c'è avverbio più appropriato, in Natura, ovvero nel Cosmo, esistono limiti invalicabili proprio per consentire l'esistenza delle cose, dalle microscopiche fino a quelle immense.
Forse, più che figli delle stelle lo siamo dei buchi neri.
Ma anch'essi pare che sottostiano a limitazioni insuperabili.Incomprensibili, assurde.

Ora, che cosa vogliamo fare?

Può essere che siamo condannati comunque dal Cosmo stesso, che procede il suo corso incurante dei nostri calcoli ed intenzioni.

O che stia attendendo il nostro piccolo ma determinante operato qui su questa Terra.
Abbiamo delle prove irrefutabili che l'aritmetica stessa non può essere completa e coerente allo stesso tempo.

Figuriamoci che cosa è la natura del Cosmo, allora.

Potremmo anche provare ad annientarci con i mezzi di cui disponiamo ormai da parecchi decenni.
E in questo modo sfidare il Cosmo e vedere se è in grado fermarci.
O sfidarlo cercando d'impedirci l'annientamento mettendo in atto tutte le azioni adatte, che conosciamo per il momento.
O rinunciare al minimo di conoscenza di cui possiamo disporre e goderci, si fa per dire gli esiti dell'esperimento.

Io stesso il mattino propendo per una di queste scelte, la sera per l'altra e nel pomeriggio quasi mi decidevo per l'altra ancora".

Marco Sclarandis




Sunday, March 10, 2019

n!, x^x, c? .

Già, com'è possibile che in sessant'anni abbiamo riempito di rottami anche le orbite intorno allaTerra?
e nello stesso tempo di altri rottami, plastici, anche i due terzi del pianeta, quello per noi solo navigabile?
Taccio per brevità su innumerevoli altri esempi.

Credo che non ci sia risposta migliore:

Noi non riusciamo ad accettare limiti alla crescita.

Li subiamo perchè non possiamo fare altrimenti, ma l'ossessione che abbiamo per la crescita ci porta a ignorare volutamente ogni pratica che la ostacola, compreso il doveroso riciclo della materia impiegata nel crescere.
Ci fermiamo solo quando la crescita comincia ad interagire fortemente con se stessa,auto-limitandola.
Ma pure in questo caso cerchiamo con ogni mezzo un modo per continuare l'espansione.

Siamo i buchi neri della biosfera terrestre.
Siamo i soli che sappiamo della velocità della luce, e che vorremmo sapere come mai non c'è modo di superarla.
Quindi, non si tratta d'ignoranza, neanche solo di crimine, nemmeno di banale sciatteria , ma proprio di natura homosapienziale.

Se è così, e credo che lo sia, l'apocalisse, in minuscolo perchè nel senso etimologico di "rivelazione", è ormai conclamata.
Noi siamo fatti in questo particolare modo, rispetto a tutti gli altri esseri viventi, terrestri, per lo meno.
Accettare definitivamente questa verità potrebbe davvero renderci liberi dalle sue intrinseche conseguenze ed implicazioni.
Ma indugiare nel prendere una decisione potrebbe esserci fatale.

Molteplici indizi ci dicono che superata una certa crescita critica, si decresce catastroficamente.
Da mille a uno nello spazio d'un mattino.

Marco Sclarandis.





Monday, January 28, 2019

Nello strano silenzio

Amico tu ed io condividiamo
rabbia simile cresciuta
in orti identici e adiacenti
illusi che divenga nutrimento
per chi brama rimedi a errori e guasti
e di questi siamo esemplari esponenti
sappiamo fortunatamente
d'essere pressochè impotenti
il nostro furioso lavorìo di zappa
ci sfianca per scarso beneficio
ho posato l'attrezzo ed ascoltato
nello strano silenzio
non meno faticoso
il fruscio di una chiocciola strusciante
sulle verdure infestanti e coltivate
il grattare della sua radula
sul bordo della lattuga umida
guardo senza alcun timore
all'abisso che ci divide e sporto
sul fragile ponte che ci unisce
il piacere di mangiarci una foglia d'insalata
ira disumana si converte
suo morso dopo morso
mio sguardo dopo sguardo
in desiderio sorretto dalla forza
nel mio palmo utili sementi
non li getterò invano al vento.

Marco Sclarandis

Thursday, December 13, 2018

Chissà se allora già esistevi

Chissà se allora già esistevi
nella mente d'un Leonardo paleolitico
d'un Archimede precedente i metallurghi
dell'oro del bronzo e il ferro
chissà chi t'ha scorta in visione o sogno
accedendo ad un futuro remotissimo
ma poi dimenticata e persa
o dovevi attendere l'acciaio
l'asfalto l'isoprene il calibro e l'officina
per venire tra di noi alla luce
potevi nascere dal bambù dal cuoio
dal frassino flessibile dai tendini tenaci
ed il duro bosso avrebbe surrogato
insieme all'ematite biglie di metallo
il basalto romano lastricava già la via
ma ora sei con noi macchina perfetta
per portarci sulla Terra ovunque
con il minimo dispendio ed invadenza
non sofisticarti troppo non guastarti
rimani invenzione semplice e suprema
tu che con due attrezzi sempre ti riaggiusti
con te mai prima fummo tanto liberi
meravigliosa bicicletta.

Marco Sclarandis

Mentre la catena trae

Mentre la catena trae
i denti della corona e del pignone
ogni osso dell’attrezzo birotato
ogni tendine ganascia insieme
al derma circolare morbido
collaborano in dinamico equilibrio
prodigio biomeccanico si compie
eccelle termodinamica efficienza
la vista del percorso mi distrae
dalla bolletta la fattura la scadenza
divengo vela al vento su sentiero
muscoli e pedivella si fan onde
braccia sguardo olfatto udito
si mutano in timone e Ulisse
m’invidia mi sorride Icaro
il fruscio della gomma sul’asfalto
il brusio sullo sterrato
sul pavè quel suono ritmico
non m’impediscono interiore lavorìo
raggi si flettono e trasmettono momento
cascate scalinate percorse d’energia
biochimica cinetica angolare
con un manubrio mi sento già torero
e domo bestia al mio volere
dirigo le sue corna dove voglio
sella è trono di un imperatore
leve frenanti scettri nelle mani
allora mi domando come
tu bicicletta in quali menti stavi
assorte ad escogitare meccanismi
ordigni di passioni bellicose
e a lungo nascosta sei rimasta
un conte francese ti ha svegliata
dal sonno in quella selva d’invenzioni
ora sei ancora principessa sulla strada
presto diverrai regina incoronata.

Marco Sclarandis

Tuesday, July 31, 2018

Solo perchè attratto

Ho chiesto alla carovana di formiche

se sapessero qualcosa di recente

sulla lunghezza della vita dei protoni

una s'è inerpicata sul mio pollice

ma solo per suggere una goccia di sciroppo

al branco d'elefanti ho letto versi medievali

cercando nei barriti entusiasmo e approvazione

non vi era noia ma l'interesse era rivolto

al cestino di mele sbucciate e più odorose

allora ho guardato negli occhi sconfortato

dalla calura il cane affranto e complice

gli ho chiesto se l'involucro suo avesse

mai pensato di scambiare con il mio

mi è parso rapito da un abisso d'attenzione

presto dalla sua impotenza abbandonato

a comprendere rovello troppo astratto

pronto però a captare quesito più concreto

il vicino poteva esserci per dialoghi alla pari

spazianti dalla chiacchera al mistero

se solo l'azzardo non l'avesse imbambolato

reso simile al lombrico invertebrato

da questo differente solo perché attratto

da esponenziale crescita del gruzzolo

di monete avanzate come resto della spesa.

Marco Sclarandis .

Wednesday, March 14, 2018

Riemergerai dal gorgo Stephen e cantando.

Oggi ritorni verso quella polvere
prima incontrerai quella terrestre
che iniziò la tua vita terrena e poi
quella degli astri fulgidi ed oscuri
li vedrai questi neri e ingordi
con una vista a noi preclusa
potrai toccarli impunemente
senza farti divorare globi mansueti
come ci racconterai il pellegrinaggio
siamo in sintonia con la tua mente
illuminati dal tuo sguardo acuto
buon viaggio Stefano e attiraci
che anche noi in quei mondi
vogliamo fare visita.

Marco Sclarandis

Thursday, March 8, 2018

Siamo noi l'ultimogenito?



Con chi hai fornicato la notte
o è stato all'alba o un pomeriggio di noia
che poi partoristi un tale figlio degenere
Madre eri da sempre matrigna
o qualcuno qualcosa ti ha fatto mutare natura
hai una gemella infingarda invidiosa
che prende il tuo posto mentre che dormi
di chi siamo figli noi che misuriamo ogni cosa
come te siamo capaci di spietatezza sovrana
di tenerezza di felino saziato di rugiada desertica
queste mani e mente e sguardo curioso
sei Tu che ne hai fatto un incastro
o una più potente ed astuta ha tramato
ai tuoi danni o a tua gloria
siamo noi l'ultmogenito
per il quale non sprecasti i tuoi gemiti
non tenerci troppo a lungo nel dubbio
inutilmente stiamo sfidando l'insuperabile
diccelo ora se siamo nati bastardi
ma meritevoli d'essere lo stesso adottati.

Marco Sclarandis


Monday, February 19, 2018

Siamo liberi Guido, siamo liberi.

Guido, ti propongo un'analogia in due parti per esporre il mio pensiero sul libero arbitrio.
Cominciamo dal cubo "alla Rubik" più semplice, ma anche troppo semplice. Quello di 2x2x2 cubetti e 24 facce da risistemare.
Se fossimo liberi di scambiare di posto anche le facce interne, sebbene con qualche restrizione di mosse,per esempio, anche questo cubo minimo diventerebbe interessante, almeno per qualcuno.
Quello famoso e famigerato,di 3x3x3 la cui complessità non è immediatamente visibile lo diventa appena lo si maneggia per riordinarlo allo stato di partenza. Anche in questo caso,se accettassimo di estendere le regole permettendo di considerare le mosse per scambiate le sue facce interne, la complessità del riordino aumenterebbe ma in un modo esplosivo.

Ora consideriamo "Rubik 10x10x10". Prima solo lo scambio facciale esterno e poi quello interno.
Escono fuori numeri al di là dell'immaginazione, anche di chi di matematica un minimo se ne intende.
Pensare al "Rubik 1000x1000x1000" pensiero da matematici al vertice e di professione, porta ai confini della conoscenza teorica e pratica.
Eppure queste situazioni combinatorie,sebbene siano implicitamente costituite da numeri d'inimmaginabile grandezza, a seconda delle regole considerate, non conducono necessariamente all'infinito, numerico beninteso.
Solo che superato un certo limite, qualsiasi numero diventa di fatto, fisicamente incalcolabile e nemmeno rappresentabile.
Quindi, per certi versi, un numero dalle cifre infinite, non in quanto tali, ma perchè inesorabilmente inconoscibili.
Ora consideriamo quella specie di flipper,una tavola irta di chiodi in forma di una schiera triangolare e tenuta dritta in modo che una biglia in caduta libera verso il basso finisca in una delle posizioni alla base del triangolo chiodato.
Se i chiodi e le biglie sono in numero sufficiente vediamo apparire alla fine un accumulo di bigle nelle posizioni finali che disegnano una forma a campana, che è anche l'inverso della curva logistica o sigmoide, questa onnipresente in ogni ambito di uso, consumo ed abuso di risorse.
Possiamo calcolare per ogni biglia quale sarà il suo destino finale?
No, possiamo solo conoscere la probabilità che ogni biglia ha di finire in una posizione intermedia o finale.
Ma possiamo truccare il meccanismo con delle regole, per esempio poter manovrare i chiodi a certe condizioni e aumentare ogni probabilità
di caduta in una posizione, anche fino alla certezza.
Adesso immaginiamo le biglie come persone e i chiodi conficcati nella tavola come il teatro della vita.
L'analogia mi sembra quasi perfetta.
 
Da quello che ho detto finora, s'intravede l'incommensurabile,sottile differenza tra la fisica e la matematica.
Nel mondo matematico non possiamo ignorare l'infinito, nel mondo fisico, il contrario.
Finora, sembra che la realtà sia un intreccio indistricabile di fisica e di matematica.
E, in questo mondo reale, fatto che ritengo sia un  mistero stupefacente, siamo arrivati a capire grazie alla dimostrazione "diagonale" di Georg Cantor che tutte le cose che possiamo contare sono in realtà inelencabili.Quella famosa frase di una dell'Amleto di Shakespeare
" Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia", si è rivelata vera alla lettera quattro secoli dopo.
Non potendo elencare tutto nè calcolare tutto, il libero arbitrio esiste proprio in virtù di questi fatti.
Proprio queste impossibilità sono il fondamento di questa libertà.
Se poi vogliamo illuderci che ci sia qualcuno che che sa tutto e che può tutto, illudiamoci pure.
Ma sapere tutto e potere tutto è logicamente impossibile.Ormai lo sappiamo.
Chiunque ci convinca che sia possibile ci sta ingannando, anche se ci dice che lo sta facendo per il nostro bene.
Ecco perchè non dobbiamo mai dimenticarci di quelle due frasi,una scritta sul cinturone di certi soldati e l'altra su certe banconote,
e di quale sinistra fede propagandavano e propagandano ancora.
Io credo che siamo molto più liberi di quanto non crediamo d'essere.
Ma siccome la libertà porta alla conoscenza della nostra irriducibile limitatezza, preferiamo limitarla all'indispensabile.
E così gli arbitri siamo noi.

Marco Sclarandis












Monday, February 5, 2018

L'evo del rimedio

Mi chiedo che cosa possa invece sbloccare dalll'ottundimento la mente e l'animo di miliardi di persone.
La notizia ,credibile, che l'orologio del giorno del giudizio atomico, giudizio si fa per dire, segni solo due minuti prima della fine dell'umanità
e ciò pare importi tanto quanto l'annuncio di uno spettacolo di varietà,mi fa credere che se mai usciremo vivi da questo evo sarà per un inimmaginabile miracolo.
Vedo che più aumenta l'abbondanza di mezzi potenzialmente salvifici più diminuisce la passione per adoperarli a tale scopo.
Tutto ciò ormai non mi spaventa nè indigna.
Semplicemente ormai accetto che siamo sgusciati dalla fantasmagorica lotteria degli esseri viventi, fatti come siamo fatti.
Questo non implica che siamo condannati ad essere dannati a causa della nostra natura.
Semmai, è che per noi, è quasi sovrumano lo sforzo per non soccombere alla nostra natura di esseri consapevoli della nostra consapevolezza.
In altri termini è come se dovessimo agire contro la nostra stessa natura per poterla salvare.
E la nostra natura è certamente quella di un essere vivente che non accetta limiti d'ogni sorta.
Ma con la possibilità e la capacità di accorgersi di questo fatto.
Quindi, credo che siamo liberi di scegliere anche se la scelta tra il salvarci e il dannarci è diventata al limite dell'impossibilità.
Detto ciò, non m'interessa per niente cercare di calcolare la probabilità che avvenga il miracolo.
Anche perchè intuisco che il solo tentativo di farlo inficerebbe il risultato del calcolo stesso.
Sicuramente la probabilità che avvenga il miracolo è scarsissima, ma altrettanto sicuramente esiste, e perciò cerco di agire per accordarmi con tale evento.
E comunque ormai sappiamo, che sia che siamo soli nell'universo conosciuto o che siamo in numerosa compagnia, con o senza di noi tale universo proseguirebbe la sua esistenza, e forse senza fine.
Possiamo fare poco in tale universo, ma possiamo farlo.E potendo rimediare ad un errore, rimediare è quanto di più affine al prodigio ed al miracolo esista.

Marco Sclarandis

Tuesday, January 30, 2018

Se voi sapeste d'essere

Se voi sapeste d'essere
quello che voi siete
con noi dialoghereste
credo che ci chiedereste
come mai abitiamo case simili
ma in scale tanto differenti
e abbiamo impalcatura
sulla Terra per sorreggerci
per gli uni fuori e gli altri dentro
e dire che entrambi si collabora
e si fa spietata guerra a tutti
però siamo noi a chiederci
perché un un abisso ci divide
e fosse anche colmato allora
un intrico di labirinti rimarrebbe
a impedire tra simili l'incontro
ma irrimediabilmente disuguali
formiche termiti api vespe calabroni
pur con i vostri mille occhi
non potete vedere chi noi siamo
noi con quello nascosto nella mente
cerchiamo di discendere
nella vostra semplice e minuscola
certo è un mistero che esistiamo
nel medesimo universo
non ci resta che farvi camminare
sulle dita come dei bambini
e sperare che un giorno
per incanto ci si parli.

Marco Sclarandis

Wednesday, January 10, 2018

Auguri per un amico

Tu ed io ed anche loro
ma non tutti ma neanche molti
vediamo pur distratti dai tumulti
cose che starebbero benissimo nel mondo
al posto di macerie obbrobri ed accozzaglie
sappiamo di luoghi adatti a rendere
orde combriccole e gentaglie
un popolo di perdonabili furfanti
perfino incline a vivere da santi
eppure inerti restano troppe folle
e inermi attendono un domani
che il miracolo produca al posto loro
ma noi guardiamo tanto meno desistiamo
come bivalvi tenaci imperturbabili
costruiamo di madreperla case
tanto sontuose quanto piccole ed adatte
indichiamo strade percorribili
verso giardini di città terrestri edificabili
sotto volte celesti contemplate
da sempre da quei lungimiranti i soli
capaci di vedere un universo intero
in una metà del guscio di un'arachide.

Marco Sclarandis

Tuesday, January 2, 2018

Buon anno!

Adamo non ti fu la mela
proibita per un mio capriccio
tu nemmeno Eva fosti creata ingenua
così chè recitaste tanto tragica commedia
per sollevarmi da mortale noia
io di me vorrei sapere tutto
questo è il desiderio assurdo
che mi costrinse a generarvi
eppur sapevo che avreste aperto gli occhi
e con quelli visto accecante luce
e buio perenne quasi avreste
infine preferito
voi mi siete così simili
curiosi al punto da impaurirmi
incauti talmente da suscitare tenerezza
folli da voler trarre senso
anche da incontro per il puro caso
ora che cosa dovrei darvi
affinchè tutto si rimetta in ordine
un giardino nuovo in un'altra Terra
un universo intero ma ricreato inverso
ve lo darò purchè mi mostriate il torsolo
che con umana astuzia avete ben nascosto
lì ci sono i semi per un altro mondo
qui presso di me gl'irrigati campi
anche quest'anno aspetto come tutti gli altri
di seminare l'albero che darà i frutti
buoni per chiunque
di vita sia mai sazio.

Marco Sclarandis



Thursday, September 7, 2017

FIRST CLUB OF ROME SUMMER ACADEMY 2017

FIRST CLUB OF ROME SUMMER ACADEMY 2017

Prima accademia estiva duemiladiciassette del Club di Roma

A tutti i partecipanti, in special modo quelli dalla fuggitiva giovinezza.

Chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza.

In questa strofa rinascimentale è contenuta una misura di saggezza inversamente ed enormemente più grande della brevità della strofa stessa.
E detta da uno che si chiamava Lorenzo de Medici Signore di Firenze
detto poi “Il Magnifico”, non fa che rendere più limpida la verità che essa ci comunica.
Questa lettera è per voi giovani innanzi tutto che starete insieme per una settimana
per scambiarvi idee, intenzioni, passioni, speranze, per la vita che vi aspetta.
Vi vedo arrivati da poco su quello che ho chiamato “L'albero genealogico assoluto”.
Albero sul quale vedo come in una apparizione mistica tutti gli esseri viventi,
almeno di questa minuscola Terra, ma per attimi incommensurabili anche quelli che, per ora ipotetici, abitano altri mondi.
Nessuna foglia di questo fantasmagorico albero, germoglia o cade inutilmente.
Di questo ogni giorno della mia esistenza, già piuttosto protratta ormai,
ne sono sempre più convinto.
Da questa convinzione traggo di continuo significato, indispensabile più che mai
per affrontare un'epoca che è evidentemente catastrofica.
Ma come ogni cosa, anche la catastrofe genera rimedio a sé stessa.
Anzi, a volte solo essa è autentico rimedio.
Se il bruco pigro vedesse come catastrofica la sua uscita dalla crisalide morirebbe
privato della meraviglia della propria metamorfosi.
Non importa che la sua vita da farfalla possa durare solo dalla sera alla mattina
o viceversa.
L'universo intero sembra sia sgusciato da un inimmaginabile nulla, in un tempo
che confrontato con la vita umana ci fa rasentare la percezione dell'eternità.
Una immensa dilagante catarsi, di questa credo che abbiamo assoluto bisogno.
Lo credo perché guardo ai rami al tronco alle foglie di questo albero antonomastico
e il sogno vi muta le foglie in volatili cantori e poi sento questi canti mutarsi in
voci umane e tutte vorrebbero capirsi, raccontare ciò che è stato, ciò che avrebbero
voluto essere, ed ora queste voci diventato sempre più grida di aggrovigliata gioia.
Tutti i nodi di dolore e sofferenza non riescono a strozzarla in gola.
Quanto vale un chicco di riso?
Una goccia d'olio d'oliva o minerale?
Il sorriso è veramente quotabile in borsa?
Una sosta per raccattare una lattina abbandonata?
A queste domande non c'è risposta definitiva perché sono malposte.
Ma nessuno sa quale sia il solo modo per porle giustamente.
Nonostante ciò, a queste domande bisogna rispondere, ne va della nostra vita.



Vi saluto augurandovi che riusciate ad accorgervi quando è indispensabile
avere ombra, silenzio, rugiada, sonno ed anche fame sete e solitudine.
Siate accarezzati dalla brezza della mia ammirazione, e se potessi ringiovanirmi
non lo farei, ma vorrei in cambio una anche breve nuova giovinezza, in una vita successiva.

Se tutto fosse senza limiti
quegli attimi fuggenti
diverrebbero senza fine secoli
le rose sequoie spinose orrende
la gioia marcirebbe in noia
e così via senza rimedio
con un limite sposato ad eccezione
restano cunicoli infernali
sotto il terrestre Eden
ma con la pioggia anch'essi
diventano disabitati.

Marco Sclarandis. Pescara 6 settembre 2017.



Tuesday, August 22, 2017

CO2+CO2

http://www.climalteranti.it/2017/08/06/ondate-di-calore-e-cambiamenti-climatici-non-occorre-esagerare-la-realta-e-sufficiente/#comment-586452

# robertok06on Ago 21st 2017 at 17:38

@Mau
“@robertok06
Sì, non mi sono spiegato bene….
Quanto tempo manca al raddoppio della concetrazione della CO2?
Pensi che riusciremo ad evitarlo?”

Ovviamente NO, non riusciremo a evitarlo… a meno di non voler sterminare qualche miliardo di abitanti dei paesi in via di sviluppo… mancano solo poco piu’ di 150 ppm… siamo quindi a soli pochi decenni di distanza dal farlo, al ritmo di crescita attuale.
Quelli con le villette da 20 milioni di dollari sulla riva dell’oceano in Florida sloggeranno senza problemi, non preoccuparti, per l’incredibile aumento del livello dell’oceano… gli altri si arrabatteranno come potranno, non certo una novita’ nella storia di questo pianeta. Leggo spesso che centinaia di milioni di persone che abitano a bordo mare/oceano dovranno sloggiare, come se fosse cosa impossibile da fare materialmente (non sto dicendo che succedera’, comunque)… ma si dimentica che nella sola Cina in un paio di decenni centinaia di milioni di persone sono “sloggiate” da sole, passando dalle campagne/zone rurali alle citta’/zone urbane… ti risulta che l’economia cinese ne abbia sofferto o ne abbia approfittato? Mmmh.. domanda difficile, no? 🙂

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@pigliaXilculoSteph?

“come tutti riescono a leggere tranne te, sul mio blog non ho mai parlato dell’evento meteorologico in Sierra Leone tantomeno mi azzarderei a definirlo una conseguenza del GW.”

???
Ripeto: l’utente anonimo ha parlato della Sierra Leone…e TU gli hai dato ragione. Primo commento della serie…
Parlava forse dell’aumento delle giocate di Enalotto in quel paese? Mmmh… fammi pensare…
Quando hai finito di cazzeggiare e far finta di nulla mi fai un fischio, OK… sai dove trovarmi.

Al resto non rispondo, solita fuffa retorica per creare un smokescreen e deviare il discorso… conosco la tua tecnica (qui), grazie. 🙂

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@alessandro codegoni, alias alsarago58, raramente “alessandro”, a.k.a. “alsy”:

Deve essere per quello, che non spari balle, che nell’articolo hai pure cannato l’affiliation di Hansen!… infatti NON ha scritto l’articolo come se lavorasse a Columbia…

“Oggi alla Columbia University, ”

… ma bensi’, come e’ facile verificare, in un meno illustre e noto centro di ricerca:

“Department of Physics and Technology, University of Bergen, Norway”.

Notare che questo te l’ho detto, postando un commento su QualEnergia, ma lo hai segato (tu o la prestigiosa redazione, cioe’ qualche tuo conoscente, probabilmente). Neanche queste correzioni accetti.

Sul fatto che il tuo articolo non tiri le orecchie a Hansen e co-autori lo ammetto… e’ vero… e’ una mia esagerazione che deriva da tutte le volte che ti ho fatto notare che Hansen e’ favorevole al nucleare, e tu hai fatto finta di niente: payback time baby!… ma come?… mi metti in bocca mille cose che non ho mai detto ed una volta che lo faccio io fai la vergine offesa?
Ti deve essere venuta la bile a scrivere questo articolo, eh codegoni!…

Ad ogni modo, prima di parlare di psicologia, caro codegoni, forse varrebbe la pena di farsi (farTI) un esame di coscienza, che ne dici? Eh!… 🙂

Ciao amico mio… sono sicuro che adesso che hai fatto l’outing starai meglio, potrai firmarti con nome e cognome come tutti gli altri… fin’ora hai portato avanti un’esistenza degna di un agente segreto in un romanzo di Tom Clancy.

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@marco sclarandis

Concordo con te: tutti i messaggi che non trattano almeno un minimo di climatologia dovrebbero essere cestinati… come questo tuo al quale rispondo. E’ solo bandwidth sprecata.

Per esempio, avresti potuto far notare che quello che dicono in questo articolo…

“In uno studio pubblicato lo scorso Maggio nella rivista Nature Climate Change (“Global risk of deadly heat”, http://www.nature.com/nclimate/journal/v7/n7/full/nclimate3322.html) si stima che le ondate di calore… etc… etc…”

… omette di dire esplicitamente che si tratta di un studio basato su estrapolazioni di modelli (n’ata vota!), quindi non proprio oro zecchino (maiuscole mie per enfasi):

“By 2100, this percentage IS PROJECTED to increase to ~48% under A SCENARIO with drastic reductions of greenhouse gas emissions and ~74% under A SCENARIO of growing emissions.”

La realta’ futura sara’ sicuramente diversa dai due scenari da loro utilizzati, per non parlare della precisione delle “proiezioni” dei farlocc’ little models.

Non ti da alcun fastidio che non si parli/discuta anche di questo?
Perche’ no?
Ti da fastidio che io lo dica? Perche’? Perche’ di certe cose non bisogna parlare?

Ciao, e alla prossima.
# stephon Ago 21st 2017 at 19:14

robertok06
“Ripeto: l’utente anonimo ha parlato della Sierra Leone…e TU gli hai dato ragione.”
Dove, di preciso?
# robertok06on Ago 21st 2017 at 20:26

Ah!… vuoi giocare ancora un po”, Stefano?
Ok, ti accontento: gli dai ragione la riga successiva al suo commento ‘Sierra Leone docet.Ciao Carlo.’
… sono sicuro che riuscirai a trovarla.

Buona caccia al tesoro, Stefano.
# stephon Ago 21st 2017 at 21:17

robertok06
gli rispondo che è impressionante (= quello che è successo lì). Dove vedi il collegamento con il “globbbal uormin” ?????
Adesso, scusa, ma se vuoi ne riparliamo sul mio di blog. Penso che questa diatriba abbia stancato già da tempo gli altri che leggono il blog. E non c’entra nulla con il topic del post.

Piuttosto: che ne dici di questi, visto che qui si parla di heawaves e visto che, nella tua risposta a marco, è apprezzabile il tuo ritorno in topic?

http://press.thelancet.com/weatherhealth.pdf
http://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/11/7/074006
http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n2/full/nclimate2833.html
# Renato Rossion Ago 22nd 2017 at 00:22

@pigliaXilculoSteph?

ah qua si può usare questi termini? kazzo! Ma allora kekkazzo le avete messe a fare le regole?

1: in topic

2: breve ed incisivo

3: max cinque commenti

4: max duemila caratteri

5: max UN link (ma non ad un blog) (STEPH!!! Pure tu!!!)

6: la forma!!!! CLIMALTERATI, FOTTOVOLTAICO, la forma perdìo!

7: al vostro buon cuore.

Ma kikkazzo le ha dettate ìste regole, iddio sul Monte Sinai? no, ve le siete fatte da voi.
Ma fatevene che sappiate farle rispettare, se vi riesce. Oppure abolitele! Così sono ridicole.

Saluti.

R
# homoereticuson Ago 22nd 2017 at 09:01

@renato rossi

mi sa che il padrone di casa è in vacanza in luogo sconnesso.

Cmq, tornando in topic:

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/08/22/news/c_era_una_volta_lo_sci_d_estate_la_resa_dell_ultimo_ghiacciaio-173564734/?ref=RHPPBT-VA-I0-C4-P9-S1.4-T1
# marcoon Ago 22nd 2017 at 09:31

I commenti di certi individui e le risposte di questi individui ai commenti altrui mi fanno venire la voglia di conoscerli di persona.
Perchè il linguaggio del corpo è molto più eloquente di quello scritto e parlato.
Non che questa voglia, o più esattamente curiosità, non possa essere soddisfatta in linea di pricipio, ma di fatto, è impossibile nella maggior parte dei casi.E, nemmeno un video può supplire alla presenza reale, per motivi intuibili che non dico per non annoiare.
Questo commento dovrebbe forse essere postato in un blog di etologia umana, ma il cambiamento del clima non ha a che fare con essa?
Con la fisica e la psicologia?
Non siamo noi esseri umani, sopratutto, analoghi agli atomi e alle molecole che si agitano e in questo modo determinano la termperatura di una massa materiale?
Anzi io credo proprio che s’instaurerà presto uno scontro titanico fra due religioni.
Una che crede che il cambiamento climatico sia sostanzialmente antropogenico e l’altra che non lo sia.
Io sono un fedele della prima.
Ma credo perchè mi fido delle mie sensazioni.Che incredibilmente, coincidono sempre più con con quelle di innumerevoli impassibili strumenti.
Comprendo la fede di chi ne ha una opposta, ma ormai non credo nel miracolo di una rivelazione che possa fargli cambiare devozione.
Infatti se il cambiamento climatico, ammesso che vi si creda, non è antropogenico,sopratutto, allora è meglio accettarlo con pia rassegnazione.
Se così non è , invece, forse possiamo ancora fare qualcosa per adattarci a questo cambiamento, anche solo per evitarci morte e sofferenza.

Grazie per l’attenzione.

Marco Sclarandis

Sunday, July 2, 2017

La Terra digerisce tutto

Tu che butti la lattina dove càpita
rapido abbandoni la bottiglia
la custodia il flacone la vaschetta
di preziosi vergini pòlimeri
di vetri di metalli non esausti
i fogli gl'involucri le buste
di carte cartoni ancora giovani
tu che getti incurante le tue cicche
di gomma insalivate e di tabacco
sui bordi i cigli viari e i marmi
presto o tardi quello che disperdi
che alla rinfusa mescoli coi torsoli
le bucce le ossa i gusci i nòccioli
la lampadina l'accendino il volantino
fa delle fosse tristi cimiteri
delle brezze effluvi teratogeni
latrine delle salate e dolci acque
alimenta malefici fuochi infine
da dove sgorga il tuo impulso
è studiato insulso o inconsapevole
è lo stesso che ti porta ad acquistare
gli strappi le sdruciture ai pantaloni
invece che lasciare al tempo
all'uso che te li dia gratuiti
che ti va muovere quintali di lamiera
al posto d'un leggero telaio tubolare
così da viaggiare allegro e sciolto
la Terra digerisce tutto certo
ogni intenzione e gesto umano
vomita la pena dello sciatto vivere
ci lascia a cucinare il brutto invece.

Marco Sclarandis

Thursday, June 29, 2017

Ho mire per più remoti luoghi

Qualcuno deve pur andar laggiù
passare il tempo necessario
su quell'eritreo arido pianeta
anche solo per provare a fondo
siderale nostalgia per la sua Terra
ed illusione di ritrovare senno perso
mai ritrovato su Selene o Giove o Venere
c'è chi vorrebbe farvi la sua tomba
forse ossessionato dal pensiero
delle carte da firmare dal conto da pagare
per aver perenne pace dentro un loculo
non mi sono candidato per il viaggio
ho mire per più remoti luoghi
accessibili soltanto con la capsula
capace di velocità istantanea
sia d'inerzia infinitesima che enorme
ma vulnerabile ad ogni svolta d'animo
tu che andrai su Marte vacci
decidi se tornare o rimanervi
dacci l'esempio di chi dovendo scegliere
opta per l'esilio od il rimpatrio.

Marco Sclarandis