Thursday, March 12, 2015

Due gradi di perversione


Tratto da "Effetto Risorse"
 http://ugobardi.blogspot.it/  

Cari lettori,

qualche giorno fa c'è stata una ricorrenza importante per me: sono passati 5 anni dalla mia prima conferenza divulgativa sul Picco del Petrolio. E' stato di fronte al Dipartimento di Oceanografia Fisica dell'Istituto di Scienza del mare, il mio dipartimento nel mio istituto. Quel seminario è stato il culmine di un processo di diversi mesi nei quali, alla fine, mi ero messo a studiare in profondità il problema delle risorse naturali. Ricordo quei mesi  d'estate in cui stavo studiando per preparare il seminario e non riuscivo a credere quello che stavo scoprendo. Dato dopo dato, era sempre più chiaro che c'era una crisi energetica gravissima che stava cominciando a svilupparsi e che non c'erano soluzioni semplici per affrontarla. Che non si sarebbe una sostituzione rapida ed efficace delle vecchie energie fossili da parte di nessuna soluzione di quelle che allora si presumeva l'avrebbero sostituita, che fossero le rinnovabili o il nucleare.
Continua.......... 
 ........... Poiché il tempo di prendere decisioni, in modo adulto, valutando correttamente la situazione sia che piaccia sia che non piaccia, è adesso. I veri catastrofisti non siamo noi che denunciamo un sistema distruttivo che si sta disintegrando e sta facendo soffrire tanta gente, no. I veri catastrofisti sono coloro che si rifiutano di guardare la realtà in faccia; i veri catastrofisti sono coloro che rifiutano che ci possa essere un cambiamento e preferiscono continuare in questa disgrazia e approfondirla; i veri catastrofisti sono coloro ai quali costa meno immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo e che di fatto credono che le cose si equivalgono quando in realtà non è così, quando in realtà ci può essere un futuro brillante per l'Umanità se decide di smettere di fare l'adolescente (tentando l'impossibile crescita senza limiti in un pianeta finito) e di abbracciare una serena maturità. Accusano noi che parliamo come adulti di essere catastrofisti quando sono loro che ci trascinano verso una catastrofe perfettamente evitabile, semplicemente perché non vogliono immaginare altre possibilità e soprattutto se la sognano.

Continua..........

Antonio Turiel. (grazie a Massimiliano Rupalti per la traduzione )

Ecco l'essenziale che Antonio Turiel ci vuole dire:

"I veri catastrofisti sono coloro che si rifiutano di guardare la realtà in faccia.

I veri catastrofisti sono coloro che rifiutano che ci possa essere un cambiamento e preferiscono continuare in questa disgrazia e approfondirla. Affinchè diventi sciagura catastrofica.

I veri catastrofisti sono coloro ai quali costa meno immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo paranoico e che di fatto credono che le cose si equivalgono quando in realtà non è così.

In realtà ci può essere un futuro brillante per l'Umanità se essa decide di smettere di fare l'adolescente, tentando l'impossibile crescita senza limiti in un pianeta finito, e di abbracciare una serena maturità.

I veri catastrofisti accusano noi che parliamo come adulti di essere catastrofisti quando sono loro che ci trascinano verso una catastrofe perfettamente evitabile, sebbene con un gravoso impegno.

I veri catastrofisti semplicemente non vogliono immaginare altre possibilità e soprattutto se le sognano e vaneggiano soltanto".

E questa è la quintessenza di questo essenziale:

"In realtà ci può essere un futuro brillante per l'Umanità se essa decide di smettere di fare l'adolescente, tentando l'impossibile crescita senza limiti in un pianeta finito, e di abbracciare una serena maturità".

C'è altro da aggiungere? No, nulla, solo agire di conseguenza.

Sbagliato, c'è da aggiungere che davvero la principale risorsa della Terra per tutti quanti, noi compresi antroposferici ospiti della biosfera è un clima stabile da millenni.

Ora lo stiamo perdendo.

http://ugobardi.blogspot.it/2015/03/due-gradi-di-riscaldamento-sono-piu.html

Forse riusciremo ad acciuffarlo per la coda del frac.
(Non con il fracking di certo).




Marco Sclarandis


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