Vedendo quei gusci di
molluschi
in attesa d’esequie assieme
a quei tappi a quelle suole
rotte
a quei fermacapelli sfatti
m’è venuto da contare
attimi
come silicei granelli
numerosi
o di una folla battiti di
ciglia
e di mutarli se possibile
in momenti di densa
compassione
visibile spendibile da
tutti
senza necessità di tessere
di stemmi d’appartenenza a
caste
guardando fronti d’onde
vari quanto moltitudini
sono andato infine indietro
per vedermi l’intera
partentela
unente le cose agli esseri
esistenti
allora pure la bottiglia
abbandonata
sciattamente dopo unica
bevuta
m’è parsa degna di ricevere
udienza
per una conversazione. Marco Sclarandis
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