Mia la colpa
non di chi
non poteva farmi già perfetto
non di me della mia intera
stirpe
o non poteva non sapeva non
voleva
sono stanco d’espiazione
inutile
nauseato di bellezza monca
ira m’infonde quest’attesa
di ripristino di giardino
delizioso
nemmeno posso fare
annientamento
di questa casa troppo stretta
troppo vasta a seconda
dell’umore
qualcuno resterebbe ad
abitarla
rendendo vana la vendetta
piena
il malvagio ha aggiunto un
pezzo
forse lo tolse ma è lo stesso
e l’ottagono è venuto sghembo
ormai lo vedo lo guardo sguardo
mio
per questo è sempre sempre
tetro
ma perché resiste il dubbio
come mai sotto la ruggine
comunque luccica metallo
perché quale contadino ottuso
coltivo vana speranza ancora
e gioisco pure quando si fa
tregua
che non sia errore da correggere
e corretto splenda superiore
meraviglia
Maestro poni rimedio presto
il tuo Allievo la tua Classe
sono sporti sul dirupo
il gorgoglìo del greto
a morte li sta già
incantando.
Marco Sclarandis
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