Thursday, March 12, 2015

A Daniele, amico, squattrinato Mecenate, anima che di là m'attende


Tutto quanto questo vivere e morire
parrebbe un autòmata solerte
un ignaro che copia per inerzia
azioni per esso senza senso
questo sarebbe il nostro esistere
meccanismo che ticchetta o che s’inceppa
a volte per regola apparente
altre senza parentela con ragione

davvero troppo sovente questo sembra
mai abbastanza per trarne profezia
sufficiente per dedurne strambo codice
a che scopo confrontare numeri
mettere simboli in caselle bene in ordine
date di tempi persi nell’oblio
di futuro obnubilato all’immaginazione
in calendari con scrupolo redatti

è inganno di Qualcuno a un Altro a danno
o smania di sorpresa ad ogni costo
talvolta un decennio sembra un attimo
un momento come ghiacciaio pare duri 
andandosene via via goccia per goccia 

viceversa quell’istante uno ha molti zeri
inversamente breve corsa è stato il secolo

tre volte distillata follia parrebbe essere
la vita che m’attornia e insieme esuberante
mi sorride ammiccando ripugnante

questo transitare di staffette dalla tomba
a un altro ventre cento mille volte
lo vedo come copione messo in scena
da un regista inesistente o peggio ancora
cui recita infine non gl’importa
come poi finisca ma ora sono io
che me ne frego

senza di me lo so per certo
l’eternità non si completa
neanche senza tutti gli altri
questo mi basta mi allieta 
e sopravanza.

Marco sclarandis

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