Noi, occidentali dall'immensa impronta
ecologica, capricciosi abitanti di uno Stato apparentemente democratico che ci
garantisce un sacco di confort (ma con il contraccolpo della perdita dell’uso
del cervello) quali casa, lavoro, salute, infrastrutture, sicurezza,
istruzione, loisir, il tutto abilmente manipolato dalla pubblicità e dai media
e ora dai social network, ebbene noi siamo alla base di uno stato feudale
medievale, anche se ci pare di no.
All’inizio del IX secolo, si dissolse l’impero
carolingio e fu sostituito da una N.O.P.S. (Nuova organizzazione Politica e
Sociale): il Feudalesimo.
Non è simpatico vivere sotto la N.O.P.S.
C’è uno che comanda su tutti (il Re) e nel
farlo si fa aiutare da dei mercenari (i Vassalli) ai quali concede una parte
del Potere (il Suolo). I vassalli, a loro volta, si fanno aiutare da altri
sottomercenari (Valvassori e Valvassini).
Ma qualcuno DEVE LAVORARE.
Chi lavora?
I piccoli artigiani e la gran massa dei
contadini (servi della gleba, la gleba è la zolla di suolo) e visto che erano
parte del valore del suolo erano anche “venduti” insieme. Questi schiavi
lavorano incessantemente e gratuitamente, ricavando una minima parte di
sussistenza.
Il prosieguo della Storia parla di
contadini e artigiani sempre più incavolati, di Re e suoi mercenari sempre più
preoccupati e insicuri, di castelli diventati fortezze per difendersi. Qualche Rivoluzione, mi pare.
Ma cosa c’entra con la globalizzazione?
C’entra. Anche adesso ci sono i servi della
gleba, ma girano con i SUV in certe parti del Mondo occidentale, hanno Iphone
nelle mani, fanno vacanze nei posti esotici (per respirare meglio?).
Come si evince che siamo anche noi “schiavi”?
Dalle tasse.
Le tasse, a quanto dice uno studio dell'Ocse, commissionato dal G20, le pagano, nel globo, solo le piccole imprese
e i semplici cittadini. Noi.
Le grandi imprese multinazionali riescono a
pagare per tasse societarie una cifra intorno al 5%, mentre le piccole imprese
pagano oltre il 30.
Come mai questo “risveglio”?
I bilanci, quelli economici e finanziari, perché
di bilanci ecosistemici non si parla mai, come se la materia e l’energia che
utilizziamo per costruire la nostra civiltà umana provenissero da Marte, sono
in situazione critica.
Gli Stati devono recuperare maggiore
gettito e magari potrebbero anche cercare di arrivare a una equa distribuzione
del carico fiscale (come in Italia, per esempio).
Chi ha prodotto questa distorsione? Gli
Stati, democraticissimi, per evitare una doppia imposizione fiscale e
soprattutto per lasciare libera mano al
libero mercato e accelerare la “crescita” e “l’economia” hanno irresponsabilmente
introdotto norme raggirabili soprattutto da chi ha le possibilità e le
professionalità per farlo. Lasciando varchi dove passano miliardi.
Cosa comporterà la mancata attuazione di
tale impegno da parte degli Stati?
L’estinzione della piccola e media impresa.
L’estinzione, a quanto pare, è la strada a
senso unico che ci aspetta.
Cambiano gli strumenti di oppressione, ma lo schema rimane costante. Tu hai voluto dare un punto di inizio con il medioevo giustamente (anche in onore al nome del Blog), dove il meccanismo è particolarmente evidente, ma mi pare che anche in precedenza ed in culture diverse si è sempre creato questo schema con persone che hanno posizioni 'comode' e che possono sfruttare il lavoro degli altri.
ReplyDeleteQuesta sarebbe la prima epoca in cui il lavoro sfruttato potrebbe essere quello delle macchine e tutti gli uomini potrebbero vivere una posizione relativamente comoda. I limiti sono quelli delle risorse del pianeta e quelli dell'organizzazione sociale. I due limiti sono strettamente intrecciati tra loro, perché con l'organizzazione attuale gli sfruttatori, in competizione tra loro, non accettano di passare ad uno sfruttamento più razionale e quindi passare dallo sfruttamento (che non può che portare all'esaurimento delle risorse) alla sostenibilità, perché significherebbe per loro rischiare di perdere la posizione ultracomoda, cedendo terreno nei confronti di altri.
Le multinazionali sono dei mostri governati in maniera da dare profitti sempre più alti ai loro azionisti, ai quali devono rendere conto, i quali vedono i risultati con poca o nessuna visibilità del modo in cui sono ottenuti, in maniera tale che le responsabilità sembrano non essere di nessuno, o meglio sono dei vassalli (manager) che prendono le decisioni sporche con la spada di Damocle dei risultati da ottenere (ed il timore di perdere la loro posizione di relativi mungitori). Il motore di tutto, in sostanza, è l'avidità e la soluzione può essere solo nell'evoluzione dell'animo umano. Ma il processo è lento e probabilmente non ne avremo il tempo. L'altro è quello di riuscire cambiare l'organizzazione della società altrettanto difficile e rischioso, ma sapendo che l'alternativa è l'estinzione diventa una lotta per la sopravvivenza.
Un bel, veramente bel, commento!
DeleteSenza uguaglianza sociale, niente equa distribuzione risorse. Comprese quelle naturali.
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ReplyDeleteLeggere il libro di Mark Twain: http://www.ibs.it/code/9788842912125/twain-mark/americano-del-connecticut.html per rendersi conto che nulla cambia mai.
ReplyDeleteIl libro è "Un americano del Connecticut alla corte di Re Artù" del 1889. Un viaggio nel Tempo.
DeleteL’essere umano è imperfetto. Lo era secoli fa e lo è tuttora. Detto ciò mi pare che ci sia da fare un’importante distinzione: c’è medioevo e medioevo. Il medioevo dei servi della gleba è distante anni luce in termini di fatiche, ingiustizie e sofferenze dal medioevo attuale ed entrami rischiano d’essere l’equivalente di un eden dorato rispetto al medioevo futuro verso cui ci stiamo incamminando speditamente. Per avere un piccolissimo sentore di quel che voglio dire non serve molto: bastano un po’ di tempo a disposizione ed una vecchia zappa di ferro col manico in legno non tornito. Prendere la zappa e provare a zappare un campo intero (non l’orticello-passatempo dietro casa) può dare un blando assaggio di quel che fu il medioevo passato. Purtroppo non da neppure l’idea di quel che rischia d’essere il medioevo futuro. Se le cose andranno male come sembra che andranno, il medioevo futuro sarà semplicemente un epoca di degrado e sofferenza come non se ne sono mai viste prima (e se ne sono viste tantissime e tristissime). Pessimismo?
ReplyDeleteDireste lo stesso anche a chi, essendosi gettato da 100° piano, prevede che si sfracellerà al suolo?
Se siamo novelli servi della gleba (come anch’io credo che siamo), siamo però servi incredibilmente viziati, agiati, pasciuti, serviti, ecc…
Il medioevo passato fu un’epoca durissima persino per gente adusa al dolore e alla fatica estrema fin dalla più tenera età. Quello futuro, che si preannuncia assai peggiore, costringerà letteralmente miliardi di “moderni servi della gleba” a rivedere bruscamente al ribasso le loro pretese, persino sotto al misero livello dei loro antenati. Non avremo millenni o secoli di tempo per adattarci. Nella migliore delle ipotesi alcuni decenni.
Dinnanzi a tutto ciò, sono cosi pateticamente assurde le varie fazioni e divisioni che contrappongono diversi ideologie e fazioni politico-sociali, che non è possibile esprimere l’infamia che grava su tutti noi come società e civiltà biecamente fallimentare. Abbiamo tutto e stiamo per perderlo senza nessuna valida ragione. Se qualcuno sopravvivrà al medioevo futuro e se sopravvivrà anche qualcosa di paragonabile agli attuali storici (e sono due se non da poco), i superstiti sputeranno sulle nostre tombe. Ed a ragion veduta.
E COMPLIMENTI PER L'APPROFONDIMENTO!
ReplyDeleteTutto vero, la metafora, se approfondita come dal nostro amico anonimo, si dipdinge di differenze sostanziali. Io avevo precisato che è il tipo di N.O.P.S. che è quasi la stessa, ma il confort è ben diverso.
Non esiste uno stato di necessità per cui IL DOLORE farebbe dare il giusto risveglio, stiamo precipitando dal 100esimo piano, ma non ce ne rendiamo conto.
Sintesi perfetta (di anonimo):
Abbiamo tutto e stiamo per perderlo senza nessuna valida ragione.
Alcune osservazioni :senza tasse non c'è stato; con troppe tasse lo stato crolla; se 1/3 delle tasse servisse per la sostenibilità saremmo disposti ad impoverirci tutti per stare meglio domani; ricordo che la spesa pubblica su finanzia solo per 2/3 con le tasse, il resto coi BOT, per cui il fantomatico avanzo primario è una mera bufala: si crea un differenziale fra reddito da lavoro e rendita se per troppi anni lo stato ha bisogno dei BOT per campare e non per fare investimenti in progetti specifici: la traduzione è che ammesso e non concesso, perchè non sarà così, che nei prossimi anni e poi lustri manterremo a livello nazionale ed almeno europeo un livello di energia dipsonibile procapite comparabile all'attuale, la spesa corrente per essere sostenibile dovrebbe praticamente essere dimezzata ( E non parlo di qui a 10 anni )...Fate vobis..La mia conclusione è che l'unica alternativa ad un uovo medioevo è uno stato fortemente federale quindi con forti differenze di ricchezza e complessità fra regioni diverse d' Italia e d'Europa; ritengo questo scenario ormai improbabile per cui spero in un crollo del pubblico e dei suoi dipendenti il prima possibile.
ReplyDeleteCome direbbe Cruciani di radio24 "Non ho capito il ragionamento...".
ReplyDeletePazienza.
Aspetta, Daniela, non essere precipitosa.
ReplyDeleteIntanto prova a rileggere il commento senza refusi e impaginato in questo modo:
Alcune osservazioni: senza tasse non c'è stato;
Con troppe tasse lo stato crolla;
Se 1/3 delle tasse servisse per la sostenibilità saremmo disposti ad impoverirci tutti per stare meglio domani;
Ricordo che la spesa pubblica si finanzia solo per 2/3 con le tasse, il resto coi BOT, per cui il fantomatico avanzo primario è una mera bufala:
Si crea un differenziale fra reddito da lavoro e rendita se per troppi anni lo stato ha bisogno dei BOT per campare e non per fare investimenti in progetti specifici:
La traduzione è che ammesso e non concesso, perchè non sarà così, che nei prossimi anni e poi lustri manterremo a livello nazionale ed almeno europeo un livello di energia disponibile procapite comparabile all'attuale, la spesa corrente per essere sostenibile dovrebbe praticamente essere dimezzata ( E non parlo di qui a 10 anni )...Fate vobis..
La mia conclusione è che l'unica alternativa ad un nuovo medioevo è uno stato fortemente federale quindi con forti differenze di ricchezza e complessità fra regioni diverse d' Italia e d'Europa;
Ritengo questo scenario ormai improbabile per cui spero in un crollo del pubblico e dei suoi dipendenti il prima possibile.
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Sono sette proposizioni abbastanza chiare e possono essere discusse nel merito, ma la quinta è inutilmente contorta,e siccome contiene un ragionamento essenziale, sarebbe stato meglio esporla in questo modo,a mio parere:
Questa la frase originale
"La traduzione è che ammesso e non concesso, perchè non sarà così, che nei prossimi anni e poi lustri manterremo a livello nazionale ed almeno europeo un livello di energia dipsonibile procapite comparabile all'attuale, la spesa corrente per essere sostenibile dovrebbe praticamente essere dimezzata ( E non parlo di qui a 10 anni )...Fate vobis.."
Che se ho capito bene,vuol dire:
"Ammettiamo che nei prossimi anni e lustri a venire,riusciremo a mantenere in Italia e in Europa un consumo di energia procapite come quello attuale.
Sarà molto difficile che ciò avvenga, ma ammettiamolo.
Se ciò dovesse avvenire,allora la spesa corrente per essere sostenibile dovrebbe praticamente essere dimezzata ( E non parlo di qui a 10 anni )...Fate vobis.."
Francesco, non te la prenderai, spero, se mi sono messo a fare l'ammaestratore di pulci da circo, ma, poesia e matematica posso fare disastri se si fanno la guerra fra di loro.
E con questo intendo dire che nella nostra mente ciò che può apparire chiaro e limpido, in quella degli altri può sembrare una pozza stagnante piena di liquami.
Dall'aulica bisogna abbassarsi all'idraulica.Allora tutto si rischiara.
Nulla possono i pidpodpad, gli Smarfmoni, gli Ifoni, le App di Apple o Microsoft
e qualunque marchingegno cyberinfornatico (CYBERINFORNATICO)da cyber, infornare e natiche, che, anzi diventato solo ordigni della confusione.
S.P.A.S.S.O.
(sempre possasi ancora scherzare senza ostacoli)
...avevo capito, nonostante i refusi, ma è la conclusione che è sconcertante:
ReplyDelete"spero in un crollo del pubblico e dei suoi dipendenti il prima possibile."
Di conseguenza, non ho capito.
Intanto correggo ,anzi,rimedio al mio refuso.
ReplyDelete.....che, anzi (diventato) DIVENTANO solo ordigni della confusione.
Io ho capito benissimo,invece, Daniela.
Chi non crede che sia possibile distinguere il marcio dal sano, il bambino dall'acqua sporca, il grano dal loglio, il rosolio dal petrolio,
lo Stato dallo stato pietoso in cui può versare uno Stato,
e così via e fa quindi d'ogni erba un fascio(anche littorio)
da buttare nel forno,ragiona come i Francesco.
Pensa se un S.Francesco avesse ragionato così con i lupi i passeri,i Papi e i papponi che esistevano anche al suo tempo.
Sarebbe diventato peggio che un Savonarola.
Marco Sclarandis
...Prima che lo stato con la s minuscola ma con la B di balzelli bella grande ammazzi altre imprese che esportano, e quindi ci consentono di importare gas e derivati del petrolio, meglio che lo stato crolli, visto che è ormai improbabile una sua ristrutturazione programmata...Grazie cmq Marco.
ReplyDeleteGrazie di che Francesco?
ReplyDeleteProva ad immaginarti un crollo dello Stato, ma che avvenga in un decennio ,non in un secolo.
Io non idolatro lo Stato, come non idolatro nemmeno la Democrazia, in tutte le sue forme.
Lo Stato, quello moderno che in Italia non ha nemmeno due secoli di esistenza, credo che sia mezzo per non rimanere nel totalitarismo o altre forme di governo comunque idesiderabili, o nella società tribale, società che ha dei vantaggi ma anche tremendi inconvenienti, in primis quello di essere tendenzialmente chiusa agli scambi sociali.
A me non interessano da un pezzo le polemiche sterili.
Preferisco le argomentazioni feconde.
E poi ritengo che l'anonimato o semianonimato, sui blog, sia un segno di pavidità.
Ma ognuno usa il coraggio che possiede e ritiene giusto di adoperare.
Senza tuttavia essere proprio fessi.
Per fortuna in questo "sfasciume pendulo sul mare che siamo" si vive ancora in un clima di relativa libertà.
Un saluto
Marco Sclarandis